martedì 30 gennaio 2007

LA7 per l'Anno dell'Astronomia: nessuna risposta

Un paio di settimane fa ho scritto al sito web della Rai per chiedere se ci siano progetti di documentari, film, sceneggiati o altri programmi televisivi legati all'Anno Internazionale dell'Astronomia proclamato per il 2009. Ho scritto anche al sito di LA7, ma non ho avuto risposta.

La redazione, comprensibilmente, avverte però di non essere sempre in grado di rispondere a tutti a causa dell'elevatissimo numero di richieste. L'assenza di riscontro non implica dunque la mancanza di progetti su questo tema.

Fra le risposte pubblicate sul sito di LA7, comunque, quella del 15 gennaio 2007 a Maria, che si informava sui programmi per bambini, sembra promettente. Vi si legge: "[...] su LA7 vanno in onda trasmissioni che richiedono un approccio critico e culturale più maturo". Immagino che non si riferiscano al documentario Apollo 11: la storia mai raccontata.

domenica 28 gennaio 2007

Parla di scienza agli adulti senza dimenticare i bambini

Se organizzi un evento scientifico non specialistico per adulti, fra il pubblico ci saranno spesso alcuni bambini anche se si svolge di sera o sconsigli la partecipazione ai più piccoli. Tienine conto nell'organizzazione e nello svolgimento: puoi incoraggiare i bambini a interessarsi di scienza -- ed evitare che disturbino il resto del pubblico.

C'è una forte richiesta di iniziative di divulgazione scientifica per bambini. Non c'è da stupirsi: il pubblico dei musei scientifici, che offrono occasioni di apprendimento e intrattenimento, è in gran parte costituito da bambini.

Ecco qualche consiglio per parlare di scienza in presenza di bambini, un pubblico con interesse potenzialmente limitato e difficoltà di attenzione (alcuni consigli sono utili anche per gli adulti):
  • prima di iniziare fai presente agli accompagnatori che l'evento può non essere adatto ai bambini, in modo che possano decidere se restare o rinunciare
  • stimolane la curiosità con domande
  • coinvolgili nell'esposizione facendoli prendere parte a esperimenti o dimostrazioni
  • semplifica l'esposizione limitando l'uso di termini tecnici
  • riduci la durata dell'evento
  • metti a disposizione sedie o poltrone su cui i genitori possano far riposare o addormentare i più piccoli (altrimenti lo faranno sulle collezioni del tuo museo)
  • dai sempre la possibilità di lasciare il luogo dell'evento prima del previsto, anche se per esigenze logistiche i visitatori devono spostarsi in gruppo
Qualche altro suggerimento?

venerdì 26 gennaio 2007

Intrattenere i giovani con la scienza

I giovani guardano solo videoclip musicali in TV e su Internet? Allora mostriamo loro videoclip scientifici spettacolari come questo, una simulazione del lancio dei satelliti scientifici THEMIS per lo studio delle aurore polari (segnalato dal blog Bad Astronomy).



Parlando di scienza non è detto che si debba sempre insegnare qualcosa. Proviamo ad avvicinare i giovani alla scienza giocando con le loro regole: intratteniamoli con emozioni, musica e suggestioni. Lasciamo che le immagini di scienza e tecnologia diventino familiari e apprezzate come quelle dei loro divi.

Se i responsabili della programmazione di ALLMUSIC TV o MTV sono interessati, sarò lieto di fornire qualche suggerimento.

mercoledì 24 gennaio 2007

Non comprare il nome di una stella, mandalo gratis nello spazio

DVD con i nomi di oltre 250.000 persone portato su Marte dalla sonda Phoenix. Fonte: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona
Nomi su Marte. NASA/JPL-Caltech/University of Arizona
Se lavori per un planetario o un osservatorio astronomico, dopo le feste natalizie ricevi richieste di persone che vorrebbero vedere una stella ricevuta "in regalo". Prima di Natale, invece, altre persone chiedono come comprare il nome di una stella e pregano di rispondere con sollecitudine ("è per un regalo, e Natale si avvicina").

La comunità scientifica è fortemente contraria a queste "vendite" per ragioni spiegate nella Buying a Star FAQ. Il documento Buying Star Names illustra la posizione ufficiale dell'International Astronomical Union. Sono operazioni commerciali senza alcun valore pratico o riconoscimento scientifico, che fanno leva sulla buona fede e le emozioni della gente.

La frequenza di queste richieste nasconde tuttavia un sincero desiderio di familiarità con l'universo che chi parla di scienza non può ignorare. A chi mi chiede di comprare una stella ho iniziato dunque a segnalare le iniziative, autorevoli e completamente gratuite, della NASA e altre agenzie spaziali, che offrono a chiunque la possibilità di inviare il proprio nome nello spazio a bordo di sonde interplanetarie. Generalmente i nomi vengono trasferiti su microchip o DVD montati poi a bordo delle sonde.

È ancora aperta l'opportunità di mandare il proprio nome su Marte con la sonda Phoenix della NASA, o sulla Luna con la sonda giapponese SELENE (puoi aggiungere un breve pensiero o un augurio). Ma bisogna sbrigarsi: la raccolta dei nomi terminerà il 31 gennaio 2007 per SELENE e l'1 febbraio per Phoenix.

Aggiornamento

9 giugno 2010 - Manda la tua faccia nello spazio con le ultime missioni Shuttle.

30 ottobre 2009 - Manda il tuo nome su Venere con la sonda spaziale AKATSUKI.

26 marzo 2009 - Un'altra opportunità dalla NASA: Manda il tuo nome su Marte con NASA Mars Science Laboratory.

12 febbraio 2009 - Nuove opportunità per mandare un nome nello spazio e festeggiare un compleanno con le stelle offerte da prestigiose università e istituti di ricerca: Manda il tuo nome nello spazio e scopri la luce nata con te da una stella.

lunedì 22 gennaio 2007

Il pubblico si addormenta? Nulla di personale

Se qualcuno si addormenta durante le tue conferenze, non è detto che sia per noia o mancanza di interesse. Il premio Nobel per la medicina Peter Medawar, nel libro Consigli a un giovane scienziato, scrisse a proposito della presentazione dei risultati scientifici a congressi e seminari:
[...] Bisogna aggiungere che in una sala di conferenze male ventilata, il sonno è molto spesso dovuto a mancanza di ossigeno e non necessariamente a noia.

Se però il pubblico dorme durante le sue presentazioni, l'oratore deve cercare di trarre conforto dalla considerazione che nessun sonno è così profondamente ristoratore come quello che Morfeo ci invita a godere durante le conferenze. Dal punto di vista fisiologico è incredibile con quanta rapidità si possano rimediare, sonnecchiando per pochi minuti ogni tanto, le devastazioni prodotte da una notte insonne o da una lunga giornata di lavoro.
Ci sono circostanze e limiti fisiologici all'attenzione che possono causare o favorire il sonno durante una conferenza:

  • Stanchezza - Specie se gli spettatori hanno camminato a lungo o salito molte scale in precedenza.
  • Età - Bambini e anziani possono avere minore resistenza.
  • Ambiente - Temperatura, ventilazione e illuminazione del locale in cui si svolge l'evento.
  • Posizione - Sedie scomode o necessità di rimanere in piedi per mancanza di posti a sedere.
  • Orario - La resistenza diminuisce nella seconda parte della giornata o quando si è a digiuno.
Questi fattori non devono però fornire agli oratori alibi per risultare noiosi. Una tesina di Mattia Galdiolo, studente di sociologia della comunicazione, esamina alcuni aspetti sociologici della noia in lezioni e conferenze.

sabato 20 gennaio 2007

La Rai non ha piani per l'Anno dell'Astronomia

Nel 2009, l'Anno Internazionale dell'Astronomia patrocinato anche dall'UNESCO, ricorreranno il 400-mo anniversario delle prime osservazioni telescopiche di Galileo e il 40-mo dello sbarco umano sulla Luna.

Ho scritto al sito web della Rai per chiedere se ci siano progetti di documentari, film, sceneggiati o altri programmi televisivi legati a questi temi. Il Contact Center ScriveR@i ha risposto che attualmente non dispone di queste informazioni, suggerendomi di ricontattarli "in prossimità dell'evento".

Forse mi sono rivolto con eccessivo anticipo, ma realizzare programmi di qualità richiede tempo. O forse ci sono già progetti, ma le difficoltà di comunicazione all'interno di un'azienda così grande ritardano lo scambio di informazioni. È anche possibile che la Rai preferisca non rivelare ancora eventuali progetti.

Temo invece che la spiegazione sia più semplice: probabilmente il servizio pubblico della patria di Galileo non ha piani per un evento culturale che sarà celebrato dal mondo intero.

giovedì 18 gennaio 2007

La scienza interessa agli artisti?

Qual è il pubblico più difficile per chi parla di scienza? Forse gli artisti, perché l'arte è considerata il campo del sapere più lontano dalla scienza.

Ho chiesto se agli artisti interessi la scienza a un critico d'arte, il mio amico Michele Tavola, che oggi ospito come guest blogger. Attualmente vive e lavora a Parigi. Collabora dal 1999 con Radio Popolare come esperto d'arte. Ha preso parte alla realizzazione della mostra Picasso Illustratore, a Milano dal 22 febbraio 2007.

L'opinione di Michele è interessante perché, nell'ambito dell'iniziativa Storia e Scienza a Brera, si è occupato dell'influenza delle scoperte astronomiche sulla rappresentazione artistica. Ha esposto questo lavoro nel saggio Le osservazioni astronomiche nella rappresentazione artistica del Seicento, pubblicato nel volume I cieli di Brera - Astronomia da Tolomeo a Balla.

Ecco dunque l'intervento di Michele Tavola - Paolo Amoroso

Mi è spesso capitato di sentire persone indubitabilmente di alta cultura -- magari capaci di parlare cinque lingue, tradurre a prima vista dal greco antico e dal sanscrito o di citare brani della Divina Commedia a memoria -- vantarsi di non sapere cosa sia un integrale, di avere sempre detestato la matematica e di non capire assolutamente nulla di fisica. Questo perché in Italia raramente la scienza viene considerata cultura e, di conseguenza, viene generalmente ritenuta lontanissima o, addirittura, antitetica all'arte.

Per rendersi conto di quanto questo luogo comune sia falso è sufficiente guardarsi intorno, oggi, o guardarsi indietro, nel corso dei secoli passati.

Tra i miei lavori ho avuto l'opportunità e il piacere di studiare l'influenza delle scoperte astronomiche sulla rappresentazione artistica. È emerso in maniera evidente che nel periodo della Rivoluzione Scientifica molti artisti hanno prestato particolare attenzione all'attività degli astronomi: il motivo va individuato nel fatto che la rivoluzione copernicana ha radicalmente cambiato la posizione dell'uomo nell'universo, mettendo in crisi teorie e sistemi di pensiero ritenuti validi per millenni.

Tali scoperte, infatti, non sono rimaste confinate in ambito strettamente scientifico, ma hanno avuto una ricaduta diretta su svariati ambiti del sapere e sulla vita politica e sociale (basti pensare alla reazione spesso violenta della Chiesa, alla condanna di Galileo e alla sorte toccata a Giordano Bruno, pensatore libero e geniale). È facilmente comprensibile che in quell'epoca gli artisti fossero affascinati e interessati a eventi che condizionarono tanto profondamente la società e la vita dell'uomo.

Oggi, la nostra vita è fortemente condizionata dalla tecnologia. Oggetti elettrici ed elettronici scandiscono le nostre giornate, sul lavoro e nel tempo libero. iPod, computer, lettore DVD, automobile, metropolitana, aereo. L'osservazione è talmente banale ed evidente che risulta inutile dilungarsi in esempi. È altrettanto logico e consequenziale che molti artisti contemporanei abbiano fatto della tecnologia lo strumento o l'oggetto del loro lavoro.

È praticamente impossibile stilare un elenco dei numerosissimi artisti che negli ultimi trent'anni hanno utilizzato le invenzioni scientifiche di ultima generazione per esprimersi (video, computer, luci al neon, materiali e vernici sintetiche, ecc.) o che, nelle loro opere, hanno trattato soggetti di argomento scientifico.

Gli artisti, da sempre e in particolare ai giorni nostri, si sono interessati e si interessano alle scoperte scientifiche e alle innovazioni tecnologiche quando queste condizionano la vita quotidiana. Oggi molte branche della ricerca scientifica influiscono sulle scelte politiche, economiche ed etiche degli Stati e degli individui. È tanto naturale quanto inevitabile che, sempre di più, gli artisti si rivolgano alla scienza come fonte di ispirazione.

Michele Tavola

martedì 16 gennaio 2007

Geek Counterpoint: scienza per il pubblico dei mainstream media

Secondo l'ortodossia, il pubblico dei giornali, della televisione e degli altri media non specializzati non si interessa di scienza o non è in grado di comprenderla.

Non sono d'accordo, e mi fa piacere trovare qualcuno che condivida questa opinione. L'autore del blog Geek Counterpoint - Your antidote to "soundbite science", Lorne Ipsum (uno pseudonimo?), si rivolge proprio a questo pubblico trascurato. Nella presentazione si legge:
From the looks of things, editors and producers think that people in general either don't care about science, or aren't smart enough to handle it when it's reported to them. I disagree with both of these presumptions.
Lorne parla più diffusamente della scarsa attenzione dei media verso la scienza e degli abiettivi del blog nel suo primo podcast.

domenica 14 gennaio 2007

Due anni fa Huygens su Titano: l'emozione dell'attesa

"Siamo i primi visitatori di Titano": con queste parole la sera del 14 gennaio 2005 Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell'Agenzia Spaziale Europea, annunciò i primi risultati della sonda spaziale Huygens atterrata con successo su Titano poche ore prima. Citando le stesse parole iniziai una conferenza nell'ambito di un'iniziativa del Museo Astronomico di Brera.

Avevamo organizzato una serata in cui mostravamo Saturno e Titano al telescopio e commentavamo i primi risultati della missione Huygens, proprio nelle stesse ore in cui iniziavano ad arrivare.

Fu un evento emozionante per il pubblico e per noi. Ricordo ancora l'atmosfera di comune attesa e stupore per quelle prime immagini e suoni da un mondo fino a quel momento inesplorato. Il pubblico apprezza essere coinvolto nell'entusiasmo e nelle emozioni degli esperti.

sabato 13 gennaio 2007

Indica i pianeti in cielo quando li mostri al telescopio

Se conduci osservazioni pubbliche dei pianeti, ricorda di indicare in cielo l'oggetto verso cui punta il telescopio. Molti non sanno che alcuni pianeti sono ben visibili a occhio nudo. Apprenderlo genera sempre un po' di stupore e può stimolare il pubblico a ritrovare l'oggetto nelle sere successive, magari per provare a osservarlo con strumenti propri.

giovedì 11 gennaio 2007

I buchi neri sono gli impressionisti dell'astronomia

Pensa a un movimento artistico della pittura. Cosa ti viene in mente? Probabilmente gli impressionisti, Monet, Degas, Van Gogh... L'attenzione del pubblico e dei media è alta. Lo testimoniano il mercato dell'arte e le affollate mostre.

I buchi neri sono gli impressionisti dell'astronomia. Sono forse il tema preferito di chi si occupa di comunicazione dell'astronomia. Si pubblicano nuovi articoli e libri, e le iniziative sui buchi neri sono molto seguite. Aspettati domande sui buchi neri anche a conferenze ed eventi che non riguardano questo argomento.

Non so se l'interesse per i buchi neri rappresenti un desiderio di approfondimento o sia sintomo di un'attenzione superficiale e sporadica, legata soprattutto a temi di grande richiamo come gli oggetti mostruosi e le catastrofi. Mi chiedo quale comprensione possa avere il pubblico di fenomeni così insoliti se spesso non conosce i fenomeni astronomici di base e la struttura dell'universo.

martedì 9 gennaio 2007

Incaute dichiarazioni sulla vita su Marte stravolte dai media

La comunicazione della scienza dovrà sottomettersi ai metodi scandalistici e sensazionalistici dei tabloid?

Il geologo Dirk Schulze-Makuch ha annunciato una nuova analisi dei risultati degli esperimenti biologici condotti dalle sonde Viking su Marte negli anni '70. Le procedure sperimentali potrebbero avere distrutto le forme di vita nei campioni di suolo marziano sottoposti ad esame invece di rivelarle. Lo scienziato ha fra l'altro affermato:
If the hypothesis is true, it would mean that we killed the Martian microbes during our first extraterrestrial contact, by drowning -- due to ignorance.
Le dichiarazioni di Schulze-Makuch sono state riferite così da la Repubblica.it:
L'accusa di uno scienziato Usa che ha analizzato i risultati dell'epoca "Cercavano quelle simili alla terra e le hanno distrutte inavvertitamente"

Trent'anni fa un "assassinio" su Marte "Le sonde Viking hanno ucciso forme di vita"
L'articolo si conclude con l'auspicio:
Auspicando che le precedenti missioni Nasa non abbiano "ucciso" tutte le forme di vita marziana.
Mi chiedo con quale autorevolezza la Repubblica.it sollevi questo dubbio se i suoi redattori confondono la rappresentazione artistica di Marte inclusa nel loro articolo con "Un'immagine del pianeta rosso visto dal telescopio Hubble". Il quotidiano la Repubblica di oggi usa gli stessi toni e titola:
"Alieni su Marte, la Nasa li uccise" dopo 30 anni il caso è riaperto
Nell'articolo Schulze-Makuch diventa uno "scienziato detective" che ipotizza un "assassinio". La stessa illustrazione di la Repubblica.it è qui accompagnata dall'esilarante didascalia:
Marte: gli astronauti americani avrebbero involontariamente ucciso microorganismi
Astronauti su Marte? E nessuno mi ha mai detto niente?

La notizia è stata diffusa anche dalla televisione. Sembra che ieri il nastro scorrevole nella grafica del telegiornale Tg2 riferisse:
Omicidio su Marte: la NASA ha annunciato che le uniche forme di vita del pianeta sarebbero state uccise da una sonda
Così l'incauta dichiarazione di uno scienziato è stata stravolta e ingigantita dai mezzi di informazione. La convinzione che gli americani abbiano distrutto la vita su Marte -- come in Iraq? -- si aggiungerà alle altre "certezze" trasmesse dai media al pubblico: che l'uomo non sia mai andato sulla Luna, che la NASA abbia occultato i nastri con le registrazioni video di Apollo 11, che la faccia su Marte sia stata costruita da esseri intelligenti, ecc.

domenica 7 gennaio 2007

I modelli meccanici di fenomeni naturali suscitano curiosità

Nell'era della multimedialità, è incredibile quanto interesse possa suscitare anche un semplice modello meccanico di un fenomeno naturale come un tellurio, una variante di orrery che riproduce i principali movimenti della Terra e della Luna.

In alcune manifestazioni astronomiche all'aperto organizzate dal Planetario di Milano mi sono occupato di stand in cui mostravo al pubblico un tellurio e altri semplici modelli. Il tellurio è un oggetto insolito che suscita una curiosità che non mi aspettavo. Adulti e bambini si fermano per esaminarlo: parlane e mostralo in funzione, servirà per vincere la loro timidezza e incoraggiare domande.

Altri modelli, per esempio globi celesti o dei pianeti, forniscono ulteriori spunti per parlare di astronomia. La gente chiede di conoscere su un globo lunare i luoghi di atterraggio delle missioni Apollo, su un globo celeste il proprio segno zodiacale (sic).

Questi modelli incuriosiscono anche i giornalisti, che vorranno intervistarti. Se è presente una troupe televisiva, chiederanno di riprenderti mentre illustri il modello. Preparati dunque in anticipo a spiegarne il funzionamento in 30 secondi.

venerdì 5 gennaio 2007

Lo spazio non interessa ai lettori di enciclopedie a dispense

Lo sfogo di un appassionato di astronautica, intitolato "edicola alzo zero", è una doccia fredda -- anzi gelata -- per chi si dedica alla divulgazione dell'esplorazione spaziale. Sembra infatti che ai lettori delle enciclopedie a dispense non interessino razzi, navicelle e sonde spaziali.

L'utente eaglehaslanded del forum online Forumastronautico.it osserva che nelle edicole sono in vendita enciclopedie con allegati modellini e oggetti di ogni tipo: orologi, case delle bambole, auto, scacchi, trattori, coltelli, bambole, elicotteri dei Carabinieri e altro. Ma non veicoli spaziali.

Nella discussione seguita al commento di eaglehaslanded è stata per la verità segnalata un'opera, pubblicata da Peruzzo, con le parti per costruire un modello del rover marziano Sojurner. Ma il panorama dei titoli di argomento spaziale assomiglia più a un deserto che a un centro abitato.

Se gli editori non propongono enciclopedie su questi temi è probabile che dubitino del loro successo commerciale, quindi dell'interesse del pubblico. O forse non trovano esperti in grado di realizzare opere di questo tipo.

La situazione delle enciclopedie scientifiche sembra più confortante. Oltre a quelle più tradizionali su minerali e dinosauri, recentemente sono apparsi titoli a dispense con i pezzi di un telescopio e di un microscopio.

mercoledì 3 gennaio 2007

I ricchi che sognano la scienza sono considerati eccentrici

Alcune persone facoltose, ricche di sogni oltre che di denaro, sono appassionate di scienza e tecnologia. Finanziano di tasca propria la ricerca scientifica, avventure di esplorazione o progetti di sviluppo tecnologico.

Ne è un esempio il cofondatore di Microsoft Paul Allen che ha finanziato la realizzazione di SpaceShipOne, la prima navicella spaziale con equipaggio privata, e il SETI Institute per la ricerca di vita nell'universo. O i turisti spaziali come l'imprenditrice Anousheh Ansari, la cui famiglia ha istituito il premio X Prize per incoraggiare nuovi traguardi astronautici.

Che atteggiamento hanno i media -- e la società -- nei confronti di queste persone? Ho l'impressione che vengano considerati miliardari eccentrici, trattati con ironia e criticati per il tempo e le risorse che sprecano.

Quando concluderò alcuni affari che ho in corso alle isole Kayman avrò anch'io qualche milione in più da spendere, quindi è utile sapere quali attività sono considerate normali per una persona facoltosa. La croncaca è ricca di spunti: frequentare locali esclusivi, avere rapporti con i potenti, consumare cocaina, comprare squadre di calcio...

lunedì 1 gennaio 2007

Non perdiamo di vista la forza ispiratrice di Sagan

Qualcuno sostiene che l'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan (1934-1996) avesse una visione semplicistica della storia. Altri ne criticano la retorica, lo accusano di crudo materialismo, o temono che il pubblico possa fraintendere alcune sue posizioni personali.

Ma che importa? Queste critiche -- velate di invidia? -- ad aspetti secondari del pensiero di Sagan, che non era uno storico o un letterato, non devono far perdere di vista il suo straordinario ruolo di divulgatore e ispiratore. Ha trasmesso il suo entusiasmo a molti, me compreso. La lettura del libro di Sagan Cosmos è ancora un mio intenso ricordo giovanile.

Se qualche storico o letterato è altrettanto capace di avvicinare il pubblico alla scienza, si faccia avanti.