venerdì 3 ottobre 2008

Il Planetario di Milano riduce l'attività pubblica

Programmi di ottobre 2007 (in alto) e 2007 (in basso) del Planetario di MilanoQuesta immagine confronta versioni rimpicciolite dei volantini con i programmi di ottobre 2008, in alto, e ottobre 2007, in basso, del Planetario di Milano, un istituto comunale. Vedi la differenza? A ottobre 2008 manca quasi metà dell'attività pubblica ordinaria. Non accadeva da una quindicina d'anni.

L'immagine sintetizza una situazione di cui parlano in questi giorni due blogger milanesi. Cerco di evitare di occuparmi qui di problemi degli istituti con cui collaboro, ma in questo caso sono di interesse più generale perché rendono clamorosamente visibile le condizioni in cui opera la divulgazione scientifica in Italia. Non mancano gli annunci di grandi progetti culturali, ma si dimenticano le difficoltà della gestione ordinaria.

Marco Campione confronta sul suo blog priorità e costi della ristrutturazione del Planetario e del progetto di accesso gratuito internet wireless da tutta la città. Lo ringrazio per avere definito l'istituto "uno dei migliori al mondo". Forse è un giudizio condiviso non solo localmente se il mio amico Mogi Vicentini, conferenziere del Planetario, è stato il primo Italiano a ottenere un riconoscimento al prestigioso concorso Science and Engineering Visualization Challenge 2005 della National Science Foundation.

Pierfrancesco Maran, consigliere comunale d'opposizione, racconta il sopralluogo al Planetario della Commissione Cultura del Comune di cui fa parte. Ricorda le difficoltà di manutenzione del proiettore planetario, vecchio di 40 anni, e la carenza di personale tecnico che ha determinato la riduzione dell'attività di ottobre 2008.

Una situazione che si verifica alla vigilia del 2009, l'Anno Internazionale dell'Astronomia proclamato dalle Nazioni Unite che prende spunto dalla celebrazione delle prime osservazioni di Galileo al telescopio. Un evento come questo capita ogni, um, vediamo, 400 anni.

L'attenzione della comunità scientifica internazionale sarà rivolta alla patria di Galileo. Ma il più grande planetario italiano non solo non aumenterà l'attività -- conosci cinema che non aprono il sabato sera? -- ma rischia di chiudere per guasti tecnici o carenza di personale.

In questo periodo di crisi finanziaria internazionale e problemi economici nazionali c'è quasi pudore a chiedere oggi attenzione per la divulgazione scientifica, e risorse limitate in conflitto con altri progetti meritevoli.

Ma la situazione del Planetario è nota da tempo. Sento parlare di impegno per la sostituzione del proiettore planetario, per esempio, da almeno una dozzina d'anni, ma i fondi previsti hanno sempre seguito strade diverse, a volte oggetto di ipotesi bizzarre.

Un episodio recente. L'ex assessore alla cultura dell'attuale giunta comunale, Vittorio Sgarbi, dichiarò l'intenzione di usare i soldi destinati alla ristrutturazione del Planetario per restaurare un affresco di cui si era innamorato visitando un palazzo. Mentre a Milano la politica culturale sembra dunque basata anche sull'umore del momento, Torino valorizza a favore della divulgazione le proprie esperienze in ambito spaziale. Diverse priorità.

La riduzione dell'attività pubblica del Planetario non è un evento contingente e inatteso. È uno sviluppo facilmente prevedibile di una situazione nota da tempo e trascurata.

Immagine: i programmi delle attività pubbliche del Planetario di Milano di ottobre 2008, in alto, e ottobre 2007, in basso (schermata di Paolo Amoroso)