Ho ricevuto due copie di un comunicato su una importante manifestazione di divulgazione scientifica organizzata da una nota istituzione del settore. Erano indirizzate ad altrettanti miei indirizzi email e inviate tramite
MailChimp, uno dei maggiori fornitori di strumenti di email marketing. Entrambi gli indirizzi risultavano iscritti a una newsletter di cui non ho mai sentito parlare e alla quale non mi sono mai iscritto. Mi hanno dunque spammato.
Evidentemente hanno raccolto gli indirizzi online e inseriti nella mailing list senza la mia consapevolezza e il mio consenso. Il solito comportamento di
addetti PR e uffici stampa senza scrupoli a cui troppe istituzioni scientifiche e culturali si affidano per promuovere iniziative pubbliche.
Non c'è nessuna scusa.
Mandare email promozionali non richieste è un reato che prevede
sanzioni penali e amminsitrative. Le istituzioni culturali che tollerano queste modalità di promozione screditano sé stesse e la divulgazione scientifica.
Ho cancellato l'iscrizione alla newsletter utilizzando l'opzione per indicare che non mi ero mai iscritto, e contrassegnato i messaggi come spam nella mia applicazione di posta elettronica. Quest'ultimo passo è molto importante.
Marcare come spam quei messaggi ha fra l'altro l'effetto di inserire gli indirizzi di provenienza nelle blacklist antispam. MailChimp inoltre, che è un'azienda seria e combatte le mail non autorizzate, tiene sotto controllo queste segnalazioni e chiede spiegazioni sui domini di propria competenza ai clienti che commettono abusi.
Se ricevi comunicati stampa o newsletter che non hai chiesto non dimenticare di segnarli come spam. Non importa quanto sia prestigiosa l'organizzazione che li manda, deve imparare le regole di base della convivenza online.