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martedì 28 giugno 2011

Teniamo gli eccessi di PR lontani dalla cultura scientifica

Tag cloud di Avventure Planetarie generata con Wordle
Tag cloud di Avventure Planetarie generata con Wordle
Il blog sulle tecnologie dell'informazione TechCrunch ha raccontato un maldestro tentativo della macchina PR di Facebook di nascondere un progetto segreto per lo sviluppo di un nuovo prodotto del social network. Questa vicenda sintetizza la mia — come dire? — limitatissima simpatia per l'attività sotterranea del mondo delle PR.

TechCrunch descrive così l'invadenza dello staff PR di Facebook:
For many of them, helping journalists/bloggers/writers get access to accurate information is secondary. It’s all about controlling a narrative — by any means necessary. And that has to stop.
e quantifica l'ingente impiego di forze della macchina PR, i cui costi ricadono sui clienti:
Current estimates have PR people now outnumbering journalists 3 to 1.
Gli effetti di questa invadenza e il ricorso a metodi di dubbia correttezza si notano anche nel settore della cultura, in cui le limitate risorse spese in PR potrebbero trovare un utilizzo migliore. Ho per esempio parlato in passato di editori scientifici e istituti culturali che usano metodi da spammer, e del rischio che le PR screditino istituzioni prestigiose.

Le degenerazioni della mentalità PR sono lontane dal'agire e dai valori della scienza. Teniamo il più possibile separati questi mondi. Meglio una comunicazione amatoriale e inefficiente di una manipolazione efficace che tradisce e scredita la cultura scientifica.

domenica 29 maggio 2011

La prima serata TV: una fortezza inespugnabile per la cultura?

Fonte: Tango desktop Project
Fonte: Tango desktop Project
Piergiorgio Odifreddi ha commentato la clamorosa chiusura anticipata di un programma TV di Vittorio Sgarbi, prendendo spunto per riflettere sull'interesse del pubblico per la cultura in prima serata. Odifreddi scrive:
Quest’ultimo [il pubblico della prima serata] non gradisce nessuna libera uscita dai cammini strabattuti delle fiction, dei reality e dei talkshow.
Pochi programmi culturali, fra cui quelli di Piero e Alberto Angela, hanno avuto successo in quella fascia oraria. È una situazione di cui chi intende proporre scienza in TV deve tenere conto.

sabato 9 aprile 2011

I grandi strateghi della cultura hanno poco senso pratico

Organizzano eventi culturali ma non badano ai dettagli. Sono i grandi strateghi della cultura, che hanno potere decisionale ma poco senso pratico. Pianificano senza tenere conto dei costi, delle risorse, degli spazi, dei tempi, delle dinamiche di comportamento e delle necessità del pubblico. Tutti problemi che scaricano sui loro collaboratori, della cui esperienza e opinione non si curano.

Le persone sbagliate al posto sbagliato.

giovedì 10 febbraio 2011

Storie di Scienza, un blog italiano di storia della scienza

Storie di Scienza è un blog in italiano di storia della scienza curato da Giovanni Boaga. Ogni post racconta un personaggio o un episodio, spesso poco conosciuti.

Lo segnalo non solo perché, fra i già pochi blog scientifici italiani, rappresenta una rarità nella rarità. Ma anche perché la storia è una buona chiave di lettura per parlare di scienza.

Nonostante sia interessante, io non seguirò regolarmente questo blog perché fornisce un feed RSS parziale (e troncato). Con 474 feed RSS a cui sono attualmente iscritto, sono purtroppo costretto a fare scelte drastiche. Mi auguro che l'autore decida di offrire il feed completo.

Aggiornamento

13 febbraio 2011 - Giovanni Boaga, che ringrazio, ha reso disponibile il feed RSS completo del blog.

giovedì 4 novembre 2010

I nerd trentenni, la generazione con un immaginario senza esplorazione spaziale

Riflettendo sullo spettacolo di varietà "w00tstock" a cui ha assistito, Emily Lakdawalla della Planetary Society si chiede perché, nella cultura nerd della generazione di trentenni a cui si ispira lo spettacolo, manchino riferimenti all'esplorazione spaziale nonostante la centralità della fantascienza.

La possibile spiegazione che propone è che questa generazione è cresciuta negli anni '80, un periodo con poche missioni di esplorazione del Sistema Solare in cui l'incidente dello Shuttle Challenger ha rimesso in discussione i voli umani nello spazio. La fantascienza può dunque avere ispirato maggiormente i nerd ora trentenni:
Fake space was more inspiring than real space, and now as we are all adults finding community in our shared childhood experience as outcast nerds, space exploration was just not part of that experience, so it is not part of this "ascendancy of geek culture" that w00tstock celebrates.

venerdì 1 ottobre 2010

Fai coincidere i tuoi eventi di divulgazione con altre manifestazioni culturali

Il 25 e 26 settembre 2010 c'è stata un'apertura straordinaria del Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera a Milano con cui collaboro. Abbiamo aperto in occasione dell'iniziativa regionale Fai il Pieno di Cultura e in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio. Diverse persone ci hanno detto di avere visitato e apprezzato nella stessa giornata più luoghi culturali aderenti alle iniziative.

Organizza i tuoi eventi di divulgazione scientifica in occasione di altre manifestazioni culturali nella stessa città. Darai alla tua iniziativa maggiore visibilità e avrai più partecipanti provenienti da altri luoghi che scoprono per caso le tue attività.

lunedì 31 maggio 2010

Museum Audience Insight fa conoscere i visitatori dei musei

Museum Audience Insight è un blog dedicato ai visitatori dei musei, di cui ho riferito in passato alcuni risultati (es. sulla distribuzione del pubblico dei musei). Discute e presenta ricerche, sondaggi, analisi e tendenze sui frequentatori dei musei americani, aiutando a conoscerne le esigenze e gli interessi culturali. Museum Audience Insight si occupa anche di musei e luoghi scientifici.

venerdì 12 febbraio 2010

Niente Darwin Day 2010 a Milano

Nel 2010 non si sono svolti eventi a Milano per il Darwin Day, la manifestazione che il 12 febbraio celebra il giorno di nascita di Charles Darwin per ricordarne il contributo. È stata una decisione della direzione del Museo di Storia Naturale di Milano e dell'amministrazione comunale.

In Italia il Darwin Day, una manifestazione di grande successo, era nato proprio al Museo di Storia Naturale di Milano nel 2004. Un numeroso gruppo di cittadini, scienziati e appassionati aveva promosso un appello per lo svolgimento del Darwin Day 2010 per il 201° anniversario della nascita di Darwin.

Quando una importante manifestazione di divulgazione scientifica di successo, fortemente seguita e sollecitata dal pubblico, viene cancellata da tecnici e amministratori, le istituzioni devono riflettere seriamente sul loro ruolo nella diffusione della cultura scientifica. Se nonostante le risorse che assorbono non sono in grado di promuoverla, diventano una inutile zavorra.

domenica 27 settembre 2009

L'arte avvicinerà il pubblico allo spazio?

Come portare fra la gente un argomento come l'esplorazione spaziale? Jeff Foust ritiene che l'arte possa fare da ponte fra il pubblico e il mondo spaziale.

Nell'articolo "When space and art intersect", pubblicato su The Space Review dell'8 settembre 2009, Foust esplora questa possibilità prendendo spunto dalla missione del turista spaziale Guy Laliberté, fondatore del Cirque du Soleil, prevista per la fine di settembre 2009. Laliberté, che diventerà il primo artista a volare nello spazio, coordinerà dallo spazio una serie di iniziative artistiche e poetiche.

venerdì 18 settembre 2009

Mike Bongiorno rispettava la scienza e la cultura

È stato detto molto in occasione della scomparsa di Mike Bongiorno l'8 settembre 2009. Aggiungo solo che, sebbene scherzasse sulla sua mancanza di titoli accademici, si rendeva conto dell'importanza della cultura.

A differenza delle nuove leve della TV, non era arrogante. Rispettava la cultura, la scienza e il pubblico.

In un suo quiz della seconda metà degli anni '70, Scommettiamo?, ebbe come concorrente uno scienziato che seguii con grande interesse. Fu l'astronomo Paolo Paolicchi, con il quale Bongiorno si intrattenne per molto tempo fra una domanda e l'altra facendo conoscere al pubblico il lavoro di scienziato di Paolicchi.

venerdì 28 agosto 2009

Perché i musei dovrebbero permettere ai visitatori di fotografare liberamente

Nina Simon del blog Museum 2.0 espone alcune buone ragioni per cui i musei dovrebbero avere politiche il più aperte possibili sulle riprese fotografiche fatte dai visitatori. Delle 5 ragioni elencate, la mia preferita è che i visitatori usano le foto personali diversamente delle immagini nei cataloghi venduti nei gift shop, su cui spesso si basa parte degli introiti dei musei:
Visitors use personal photos differently from store-bought ones. The majority of visitors use their cameras to casually record their personal and social experiences, not to take authoritative images of artifacts. A visitor who wants a picture of "mom with the giant penis statue" wants something that the museum is not selling.

È interessante perché fa capire che chi decide certe regole non ha idea di come si comportino i visitatori, non ha alcun contatto con il pubblico.

Le osservazioni di Simon riguardano prevalentemente il mondo museale e culturale anglosassone. Credo però che le restrizioni sulle foto nei musei e luoghi pubblici italiani siano maggiori.

domenica 28 giugno 2009

Il degrado del patrimonio artistico e scientifico italiano

Mario Resca e Andrea Carandini, rispettivamente diretto­re generale per la valorizzazione dei Beni Culturali e presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, hanno parlato dello stato di abbandono e degrado del patrimonio culturale italiano in un incontro del 16 giugno 2009 a Milano organizzato dagli Amici di Brera.

Resca e Carandini, anche attraverso le loro esperienze e indagini, si sono occupati soprattutto della situazione del patrimonio artistico: abbandono, rovina, calo dei visitatori, carenza di fondi e personale. Ma molto di ciò che descrivono vale anche per gli enti che si occupano di cultura scientifica e non è una novità per chi opera nel settore.

Cosa cambierà dopo questa ennesima denuncia dei maggiori responsabili del patrimonio culturale italiano? Temo molto poco. La sfida più importante, la gestione ordinaria della cultura, non è stata ancora affrontata.

martedì 16 giugno 2009

Privatizzazione della cultura: la resa delle istituzioni

Sempre più enti culturali e istituti di divulgazione scientifica stanno passando da una gestione pubblica al controllo privato attraverso fondazioni, associazioni e sponsor.

Non so se sia meglio che la cultura sia pubblica o privata, ma una cosa deve essere chiara a chi segue dall'esterno il settore. A volte dietro la facciata di queste privatizzazioni non ci sono innovativi progetti culturali o modelli organizzativi, ma impotenza per mancanza di fondi, incapacità o negligenza.

In altre parole, le istituzioni, che costano sempre di più e producono sempre meno, si arrendono e lasciano svolgere i loro compiti ai privati.

venerdì 20 marzo 2009

Posso fotografare musei e luoghi scientifici all'estero ma non nel mio paese

Hangar M, Cape Canaveral Air Force StationHo scattato questa foto nel 2007 alla Cape Canaveral Air Force Station in Florida, adiacente al Kennedy Space Center. È una base USAF da cui vengono lanciati anche satelliti militari segreti. Ho potuto farlo liberamente nell'America di George W. Bush ossessionata dalla sicurezza nazionale.

Ho fotografato liberamente altri musei e luoghi scientifici nel mio viaggio in Florida per assistere al lancio della missione Shuttle STS-120. Dal personale sono arrivati solo sorrisi.

Nella maggior parte dei musei e luoghi culturali italiani, invece, è vietato fotografare anche per uso personale, o si devono superare ostacoli burocratici. Non possiamo nemmeno fotografare i monumenti e i luoghi pubblici.

Se un museo teme che la pubblicazione di foto delle collezioni riduca le visite, deve chiudere o rinnovare l'offerta culturale, non limitare le riprese fotografiche e video. Un luogo senza immagini viene cancellato dal mondo online, smette di esistere.

Foto: hangar M della Cape Canaveral Air Force Station in Florida, ottobre 2007 (foto di Paolo Amoroso)

lunedì 20 ottobre 2008

La matematica è di moda?

Mauro Arpino, che ospito per questo guest post, è un mio vecchio amico. È anche un collega perché collaboriamo entrambi con il Planetario di Milano, presso cui ha una lunga esperienza di conferenziere. Le riflessioni che propone sono anche il frutto di alcune nostre discussioni.

Ecco dunque l'intervento di Mauro Arpino -- Paolo Amoroso

Negli ultimissimi anni è decisamente aumentato l'interesse verso la matematica. Tra film, libri e serie TV si osserva che la matematica comincia a far breccia nell'immaginario collettivo come qualcosa di pratico e di significativo, ben diversa dall'immagine di astrazione (e -- diciamolo -- di inutilità) percepita nel passato.

Non mi riferisco solamente al successo della serie televisiva Numb3rs, o al successo del film A Beautiful Mind, ma al proliferare di vari libri di divulgazione anche di elevato livello come L'enigma dei numeri primi, oppure a Il curioso dei numeri - Stranezze matematiche, controversie scientifiche, divagazioni da 1 a 9.

Trovo sintomatico di questo ribaltamento della percezione della matematica il fatto che si ricorra ad una citazione sui "numeri primi" per attirare lettori, come nel caso del bestseller La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Così infatti commenta Gian Italo Bischi in una recensione:
Addirittura, c'è chi dice (si veda ad esempio l'inserto domenicale del Sole24ore del 20 luglio [2008]) che proprio il titolo sia stato uno degli elementi determinanti del successo, titolo che peraltro che non è stato scelto dall'autore ma da Antonio Franceschini (editor della Mondadori) [...]
Mi domando se qualcuno ha davvero riflettuto sul significato profondo per la nostra società di questo mutamento. Avrà ripercussioni sulle scelte politiche, sugli investimenti nel campo della cultura scientifica e della ricerca? La cultura di massa è più avanti di chi decide la politica culturale? C'è una nuova sensibilità per la matematica?

Che ne pensi?

Mauro Arpino

sabato 31 maggio 2008

I musei trascurano i servizi al pubblico per mancanza di risorse, non di attenzione

Il Corriere della Sera del 27 maggio 2008 ha pubblicato a pagina 10 un articolo su Musei 2008, il dossier annuale del Touring Club Italiano sui musei più visitati. L'articolo, che riassume le conclusioni dell'indagine, si intitola: "Le «porte chiuse» dei musei - Pochi servizi per i visitatori. Ignorati i bimbi. Mancano anche guardaroba e audioguide".

Collaboro con un museo scientifico e un planetario, e ho molti amici che lavorano nel settore. Confermo la situazione rilevata dall'indagine. Ma limitarsi a presentarla fa perdere di vista il problema più importante: la sopravvivenza degli istituti culturali.

La negligenza e l'incuria non bastano a spiegare la situazione. Nei musei non manca la volontà di offrire qualità e servizi al pubblico, ma le risorse.

Molti musei faticano a procurarsi i mezzi anche per la gestione ordinaria, cioè garantire l'apertura al pubblico. I servizi di cui parla il dossier sono fra i più costosi perché richiedono personale. Invece i finanziamenti sono insufficienti e lo staff è largamente precario e sottodimensionato. Come possono i musei offrire nuovi servizi se non riescono a sopravvivere?

Un suggerimento agli autori dell'indagine: stimate i costi per offrire i servizi di cui rilevate l'assenza, e confrontateli con i bilanci degli istituti.

martedì 18 marzo 2008

Grandi progetti culturali a Milano: la vera sfida è la gestione ordinaria

L'edizione milanese del Corriere della Sera del 16 marzo 2008 ha dedicato 2 intere pagine a come la cultura cambierà la città attraverso le università, i musei, la moda e il design. Fra gli autorevoli esperti consultati anche il presidente della Triennale Davide Rampello.

Dalle trincee della divulgazione scientifica apprezzo questo fervore. Ma gli strateghi della cultura e i grandi progetti mi ricordano quei generali che scrutano il campo di battaglia dalle retrovie.

Le idee non mancano. Ma dopo che i riflettori e l'entusiasmo per un nuovo museo si spengono, la vera sfida diventa la gestione ordinaria, se non la stessa sopravvivenza dell'istituto. Problemi di finanziamenti, personale e attrezzature.

A volte si ha l'impressione che alcuni luoghi di cultura vengano dimenticati dalle istituzioni. E anche dalla città.

Rampello suggerisce al Corriere un itinerario "istituzionale" che comprende un solo luogo scientifico, il Museo della Scienza e della Tecnologia, e uno architettonico con i palazzi storici di Corso Venezia. Non propone alcun itinerario scientifico.

Ma apparentemente Rampello dimentica il più grande planetario italiano che ha sede proprio in Corso Venezia. Allora perché stupirsi dei problemi gestionali di quel planetario e di altri istituti culturali milanesi?

mercoledì 29 agosto 2007

Spettacolo sulla scienza candidato a un prestigioso premio teatrale

Uno spettacolo sulla scienza è stato inserito fra i finalisti di un premio teatrale dell'Edinburgh Fringe, il più importante festival artistico del mondo. Intitolato "Visualise - the beauty of science", è riuscito a imporsi fra oltre 400 produzioni.

Lo spettacolo non è basato sulla parola ma ricorre a esperimenti, musica, gestualità e video per illustrare il mondo della scienza. È realizzato da science made simple, una società che si occupa di comunicazione scientifica.

Si propone di raggiungere nuovo pubblico eliminando le barriere fra arte e scienza. Uno degli obiettivi di science made simple è infatti promuovere la scienza come parte della cultura popolare.

martedì 7 agosto 2007

Le ragioni del successo degli eventi culturali estivi del 2007

La storia di copertina "Il bello della cultura" del numero 1010 (27 luglio 2007) di il Venerdì, il supplemento di la Repubblica, è dedicata al successo degli eventi culturali dell'estate 2007 come spettacoli teatrali, concerti, incontri letterari e filosofici. Ecco i principali ingredienti di questo successo, con alcuni spunti per chi si occupa di divulgazione scientifica:
  • coerenza (non bisogna considerare stupido il pubblico e banalizzare)
  • chiarezza dell'esposizione
  • carisma dei protagonisti
  • scenografia (luoghi scientifici come musei, osservatori astronomici e planetari possono suscitare fascino quanto le piazze e i monumenti)
  • contaminazione fra generi e campi del sapere diversi
  • fiducia conquistata ripetendo gli eventi e creando un rapporto di continuità con il pubblico
  • umiltà (non bisogna imporre iniziative in contesti non adatti)
  • unicità dell'evento per invogliare il pubblico a partecipare

martedì 29 maggio 2007

Confronto dell'Ulivo sulla cultura a Milano: la scienza non è invitata?

Marilena Adamo, Capogruppo dell'Ulivo al Consiglio Comunale di Milano, annuncia sul suo blog l'apertura di un confronto pubblico dell'Ulivo per rilanciare la cultura in città. Nella sezione "Il censimento delle idee" del documento allegato Azioni, idee, progetti per cambiare la politica si legge:
Oltre cento diversi soggetti dell'industria dello spettacolo, del cinema, dell'editoria, del teatro, del design, dell'architettura, delle arti figurative e pittoriche, dell'espressione creativa da strada, dell'autogestione verranno "censiti" nei [mesi] di maggio e giugno.
Sono molti i soggetti invitati a questo confronto, a cui parteciperanno anche esponenti "dell'espressione creativa da strada" (i graffitari?). Ma, apparentemente, chi parla di scienza non è considerato un interlocutore.