Ecco dunque l'intervento di Mauro Arpino -- Paolo Amoroso
Negli ultimissimi anni è decisamente aumentato l'interesse verso la matematica. Tra film, libri e serie TV si osserva che la matematica comincia a far breccia nell'immaginario collettivo come qualcosa di pratico e di significativo, ben diversa dall'immagine di astrazione (e -- diciamolo -- di inutilità) percepita nel passato.
Non mi riferisco solamente al successo della serie televisiva Numb3rs, o al successo del film A Beautiful Mind, ma al proliferare di vari libri di divulgazione anche di elevato livello come L'enigma dei numeri primi, oppure a Il curioso dei numeri - Stranezze matematiche, controversie scientifiche, divagazioni da 1 a 9.
Trovo sintomatico di questo ribaltamento della percezione della matematica il fatto che si ricorra ad una citazione sui "numeri primi" per attirare lettori, come nel caso del bestseller La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Così infatti commenta Gian Italo Bischi in una recensione:
Addirittura, c'è chi dice (si veda ad esempio l'inserto domenicale del Sole24ore del 20 luglio [2008]) che proprio il titolo sia stato uno degli elementi determinanti del successo, titolo che peraltro che non è stato scelto dall'autore ma da Antonio Franceschini (editor della Mondadori) [...]Mi domando se qualcuno ha davvero riflettuto sul significato profondo per la nostra società di questo mutamento. Avrà ripercussioni sulle scelte politiche, sugli investimenti nel campo della cultura scientifica e della ricerca? La cultura di massa è più avanti di chi decide la politica culturale? C'è una nuova sensibilità per la matematica?
Che ne pensi?
Mauro Arpino