sabato 16 giugno 2012

Il silenzio della comunità scientifica italiana nel dibattito culturale

Copertina di La scienza negata. Immagine elaborata con Android Asset Studio
Copertina di La scienza negata
Sono nauseato. Sto leggendo il libro di Enrico Bellone La scienza negata—Il caso italiano. La nausea non viene dall'eccellente saggio di Bellone, ma dalle vicende italiane che racconta.

Lo leggo in un momento simbolico. Bellone è scomparso recentemente, il 16 aprile 2011. E la storia che racconta è iniziata un secolo fa, nel 1911, con la polemica che portò Benedetto Croce, in contrasto con il matematico Federigo Enriques, a dichiarare la supremazia della filosofia sulla scienza influenzando il dibattico culturale. La storia dell'emarginazione e umiliazione consapevole e sistematica della cultura scientifica, operata dagli intellettuali con formazione umanistica e dal potere.

Ciò che sorprende non è tanto il complesso di superiorità e l'arroganza degli umanisti, quanto il quasi completo silenzio della comunità scientifica nel dibattito culturale. Mi chiedo se questo silenzio sia fra le cause dello scarso interesse per la comunicazione pubblica della scienza, e se abbia contribuito all'affermazione delle pseudoscienze e dell'antiscienza anche ai massimi livelli degli enti di ricerca.

Chi difenderà ora la scienza in Italia? Fino a quando continueranno gli scienziati a porgere l'altra guancia? Se non si impegneranno a offrire un'immagine accurata della scienza, o anche solo un'immagine, lo farà qualcun'altro. E il risultato sarà ancora una volta dannoso per la cultura scientifica.

Aggiornamento

16 giugno 2012 - Avevo originariamente pubblicato questo post nell'aprile 2011. Ma oggi, nel modificarlo per aggiungere l'immagine, l'ho ripubblicato per errore. Rileggendolo mi accorgo che è ancora attuale, purtroppo.