La proliferazione di nuovi social media per la scienza scoraggia gli scienziati, sotto pressione e disorientati dalle numerose opportunità di comunicazione fra colleghi e con il pubblico.
Per risolvere il problema, Cameron Neylon del blog Science in the Open propone di analizzare gli strumenti di social networking esistenti e unificarli in uno standard open-source che tragga il meglio da ciascuno. Sul blog Backreaction la fisica Sabine Hossenfelder commenta l'iniziativa di Neylon e si chiede quali probabilità di successo abbia, visto che la concorrenza prevale sulla collaborazione.
Ho preso parte a progetti di sviluppo di software open-source e condivido lo scetticismo di Hossenfelder, ma per ragioni diverse. Gli sviluppatori non hanno molta simpatia per i tempi lunghi e i compromessi dei processi di standardizzazione imposti a tavolino da comitati di esperti. Preferiscono la sperimentazione diretta con prototipi e sistemi funzionanti.