martedì 30 dicembre 2008

Nessuna novità dalla Rai su programmi per l'Anno dell'Astronomia

Nel gennaio 2007 chiesi alla Rai se fossero in preparazione documentari, film o programmi per l'Anno Internazionale dell'Astronomia 2009. Risposero di non avere informazioni e suggerirono di ricontattarli "in prossimità dell'evento".

Visto che l'Anno dell'Astronomia sta per iniziare, qualche giorno fa ho riscritto al sito Rai. Anche questa volta non ci sono novità.

Forse una grande azienda come la Rai ha difficoltà interne di comunicazione. O forse le informazioni su programmi futuri vengono date solo ai giornalisti.

Ma, conoscendo certe cattive abitudini della TV pubblica, ho il sospetto che la Rai non stia preparando alcun programma scientifico su questo tema, o che intenda trasmettere programmi di dubbia qualità sull'astronomia e lo spazio.

Vedremo.

sabato 27 dicembre 2008

Il blog Avventure Planetarie compie 2 anni

Due anni fa, il 27 dicembre 2006, iniziai il blog Avventure Planetarie per parlare di comunicazione e divulgazione scientifica. Da allora ho scritto 350 post che puoi consultare nell'archivio dei post.

Per un blog due anni sono un'eternità. Molti blog, anche di argomento scientifico, vengono abbandonati dagli autori poco dopo l'entusiasmo iniziale. Come per altri strumenti di comunicazione online, la continuità di aggiornamento è il risultato di un delicato equilibrio fra impegni personali, gestione del tempo e disciplina.

giovedì 25 dicembre 2008

Le sonde parlanti su Twitter ostacoleranno l'esplorazione umana dello spazio?

L'analista spaziale Jeff Foust si era chiesto se sia giusto umanizzare una sonda spaziale e dolersi della sua perdita come è accaduto per MarsPhoenix, la presenza Twitter della sonda marziana Phoenix. Ora spiega le ragioni della sua perplessità nell'articolo The perils of talking spacecraft del 15 dicembre 2008 su The Space Review.

Secondo Foust, se il pubblico stabilirà con i robot un legame emotivo paragonabile a quello con i futuri esploratori della Luna e di Marte ricevendo un simile livello di gratificazione, i costi e i rischi delle missioni umane potrebbero essere considerati troppo elevati:
If it's not that much stronger—if people feel a similar level of connection to a robotic explorer as a human one—will people be willing to accept the increased cost and risk of human space exploration if they don’t get more out of it?
Non condivido la preoccupazione di Foust. Il legame emotivo con MarsPhoenix è stato più simile a quello per un eroe cinematografico che per una persona. Gli utenti Twitter erano consapevoli che dietro MarsPhoenix c'era un essere umano e sono stati al gioco.

Il pubblico, inoltre, è disposto ad accettare i costi e i pericoli di attività spettacolari, per esempio sport ad alto rischio come la Formula 1.

lunedì 22 dicembre 2008

Perché i musei dovrebbero mostrare di prestare attenzione ai visitatori

Musei e luoghi scientifici con personale distratto, che sbadiglia, ignora i visitatori, risponde sgarbatamente alle loro richieste o è assente.

Perché cambiare atteggiamento e fare in modo che il personale presti attenzione e si prenda cura dei visitatori? Perché i visitatori soddisfatti garantiscono un significativo ritorno di immagine.

Secondo un sondaggio fra i frequentatori abituali dei luoghi culturali del Connecticut, i visitatori che percepiscono l'attenzione del personale museale sono significativamente più motivati, in media il doppio di altri gruppi, a dichiarare che l'istituto tiene unita la comunità, che coinvolge tutte le fasce d'età, e lodarne le iniziative.

Per dare maggiore attenzione ai visitatori bastano gesti semplici che facciano percepire un servizio eccellente.

sabato 20 dicembre 2008

Giovani autori di libri di divulgazione: è opportuno rivelare l'età?

Iniziai a scrivere il mio libro Saturno - nubi, anelli e lune (Italy Press, 1983) nei primi mesi del 1983 quando avevo ancora 17 anni. Era un volume della collana di divulgazione scientifica Destinazione Universo in cui alcuni amici miei coetanei scrivevano altri titoli.

Sebbene Destinazione Universo fosse rivolta ai giovani, un consulente di marketing dell'editore consigliò di non indicare l'anno di nascita degli autori nelle biografie in quarta di copertina perché la giovane età avrebbe potuto ridurre la credibilità.

Decidemmo di includere l'anno di nascita e i libri ebbero successo, ottenendo favorevoli recensioni e giudizi del pubblico. Una recensione del mio libro indicò come punto a favore proprio la giovane età dell'autore.

mercoledì 17 dicembre 2008

La diffusione della cultura scientifica non è divulgazione?

Chi si occupa di comunicazione pubblica della scienza descrive spesso questa attività come diffusione della cultura scientifica invece di divulgazione.

La divulgazione evoca la vecchia idea positivista di "scienza popolare" come trasmissione a senso unico del sapere scientifico da una elite di esperti al "volgo". La diffusione cerca invece di coinvolgere la società in un dialogo paritario o un rapporto meno sbilanciato.

Condivido il nuovo stile di comunicazione della diffusione ma non ho molta simpatia per l'espressione che lo indica, non solo per il leggero sapore politicamente corretto. Il dibattito degli ultimi anni che ha portato all'idea di diffusione della cultura scientifica è poco noto ai non addetti ai lavori e questa espressione rischia di essere poco comprensibile, un tecnicismo come quelli che vengono spesso rimproverati agli scienziati. Un'espressione poco divulgativa, direi.

I tempi della scienza popolare sono lontani e il termine divulgazione, ormai universalmente noto, ha perso almeno parte delle implicazioni negative. Preferisco dunque descrivere la mia attività come divulgazione scientifica.

lunedì 15 dicembre 2008

Ricomincia l'aggiornamento di Avventure Planetarie interrotto il 6 dicembre 2008

Flight, try SCE to 'Aux'
John Aaron

Oggi è stata riattivata la mia connessione internet ADSL interrotta per un guasto dal 6 dicembre 2008. Riprenderò presto ad aggiornare il blog Avventure Planetarie.

venerdì 12 dicembre 2008

Avventure Planetarie temporaneamente non aggiornato dal 6 dicembre 2008

Il 6 dicembre 2008 è iniziata la mia più lunga interruzione di connettività da quando uso internet a casa. Sembra che MC-link, il provider a cui sono abbonato da una dozzina d'anni, stesse potenziando la banda della mia connessione ADSL quando un guasto ha causato l'interruzione. Intenzioni lodevoli ma esecuzione maldestra.

Non potrò continuare ad aggiornare Avventure Planetarie fino al ripristino della connessione. Anche la moderazione dei commenti è temporaneamente sospesa.

Se vuoi informarti su eventuali futuri imprevisti e comunicazioni di servizio del blog segui la mia presenza Twitter, un canale online alternativo a cui posso accedere con il cellulare. Ti farò sapere quando la situazione sarà tornata normale. Twitter, che ho iniziato a usare per un esperimento di microblogging, si sta rivelando utile anche in altre situazioni.

Deve essere il mio periodo fortunato perché il problema è capitato in un periodo non lavorativo, nel fine settimana che precede la festività dell'Immacolata l'8 dicembre, con l'ulteriore festività di Sant'Ambrogio il 7 a Milano dove vivo. Sta per avvicinarsi un altro fine settimana e ancora non ho accesso a internet. Il digital divide continua.

Aggiornamento

15 dicembre 2008 - È stata riattivata la mia connessione internet.

domenica 7 dicembre 2008

Il proiettore Zeiss IV del Planetario di Milano compie 40 anni

Il proiettore Zeiss IV del Planetario di MilanoQuaranta anni fa, il 7 dicembre 1968, fu inaugurato il proiettore Zeiss IV del Civico Planetario "Ulrico Hoepli" di Milano. Sostituì il precedente modello Zeiss II usato fin dall'apertura dell'istituto nel 1930.

È un anniversario poco noto anche nel mondo della divulgazione scientifica nazionale. Il Planetario di Milano ha inventato uno stile di raccontare l'astronomia in Italia. Le attuali generazioni di collaboratori, di cui ho l'onore di fare parte, sono cresciute professionalmente con il proiettore Zeiss IV.

Foto: il proiettore Zeiss IV del Planetario di Milano (foto di Paolo Amoroso)

giovedì 4 dicembre 2008

The Planetarium Network: un social network per divulgatori dell'astronomia

The Planetarium Network è un nuovo social network per i divulgatori dell'astronomia e delle scienze spaziali. Fra gli oltre 340 utenti ci sono professionisti dei planetari, specialisti di didattica dell'astronomia ed esperti di spazio.

L'amministratore Rovy Branon ha annunciato l'apertura di Planetarium Network dopo un lungo periodo di sperimentazione chiusa. Branon è anche moderatore di DOME-L, la più importante mailing list internazionale sui planetari.

Se vuoi diventare mio amico su Planetarium Network il mio nome utente è "Paolo Amoroso".

lunedì 1 dicembre 2008

Media e scienza: strategie vecchie per un mondo nuovo

L'articolo 'Noi e il cielo di Paolo Colona sul Televideo RaiMi ha scritto Paolo Colona che cura la rubrica settimanale di astronomia alla pagina 575 del Televideo Rai per conto dell'Unione Astrofili Italiani.

Le sue riflessioni esprimono un stato d'animo diffuso fra chi opera con passione a contatto con il pubblico nelle trincee della divulgazione scientifica, che vede il proprio impegno vanificato dalla superficialità e dal sensazionalismo dei media tradizionali. Paolo scrive:
Recentemente riflettevo proprio su questa assenza della scienza, e anche della più semplice osservazione della natura, dai mass media.

Lo spunto che mi ha riacceso l'interesse per il problema è stato il caso aberrante dell'articolo sull'arcobaleno rovesciato apparso inizialmente su Repubblica (forse conoscerai la storia). [vedi "Antibufala: Repubblica e il panico da arcobaleno" di Paolo Attivissimo - Paolo A.]

Mi chiesi necessariamente: perchè la foto di un bell'arco circumzenitale viene usata per seminare il panico e la disinformazione anzichè per ricordare, partendo da un esempio di "cronaca", che il mondo intorno a noi è ricco di sorprese e meritevole di essere osservato?

Un'amica me lo scriveva martedì: "Quando dico che guardando in su se ne vedono di cose...."

Questa sera [29 novembre 2008 - Paolo A.] sopra Roma si sono scatenate delle tempeste di fulmini del tutto eccezionali. La sola cifra di watt che hanno saettato tra le nubi avrebbe potuto fare notizia, e sarebbe stato un ottimo espediente per avvicinare la gente al proprio ambiente (e poi si riempiono la bocca di ecologia!). Invece si parla solo di catastrofi, si instilla timore, pessimismo. Se un fulmine avesse creato danni, allora -e solo allora- ne avresti sentito al telegiornale...
Sono sicuro che esistano spiegazioni tecniche di questo atteggiamento basate sulla storia dei media, i meccanismi editoriali, le esigenze commerciali ecc. Trovo però sorprendente la mancanza di consapevolezza del ruolo crescente delle fonti di informazione alternative che i nuovi media online stanno diffondendo.

Fino a quando i media tradizionali continueranno a considerare stupido e passivo il pubblico?

La maggiore emancipazione tecnologica nell'accesso alle informazioni ridimensionerà fortemente il ruolo dei media tradizionali, almeno su temi scientifici e di nicchia. Quando faranno crollare il loro stesso mondo spero che almeno ci risparmino le lacrime da coccodrillo.

Immagine: l'inizio dell'articolo "Noi e il cielo" di Paolo Colona nella rubrica di astronomia UAI del Televideo Rai, 27 novembre 2008 (schermata dell'autore usata con il suo permesso)