Questa è la domanda più difficile che il pubblico possa rivolgere a chi parla di scienza. È difficile perché le risposte sembrano evasive e poco convincenti. E non può essere elusa perché arriva da chi produce le risorse per la ricerca e il sapere.
Spesso si risponde citando le ricadute tecnologiche, le applicazioni pratiche e i miglioramenti delle condizioni di vita. Ma non sono gli unici benefici possibili. Inoltre non sempre sono percepiti come tali, e possono anzi causare ostilità verso la scienza e la tecnologia.
C'è un aspetto della scienza importante ma trascurato perché rischia di apparire retorica. La conoscenza è un bisogno primario dell'uomo, così come nutrirsi e ripararsi. È lo stesso bisogno all'origine di altri campi del sapere e della creatività umana come l'arte, il cui ruolo non viene generalmente messo in discussione nonostante la mancanza di applicazioni pratiche.
La conoscenza è un bisogno della mente e non del corpo, ma non è meno reale e significativo. Ha maggiore priorità garantire a tutti adeguate risorse per soddisfare i bisogni primari. Ma non si può trascurare la conoscenza, come a volte sembra insinuare chi chiede a cosa serva la scienza.