martedì 27 febbraio 2007

Il podcast di Forumastronautico.it: parlare di spazio divertendo

Forumastronautico.it ha iniziato a produrre un podcast di cui è disponibile il numero 0 (scarica il file audio in formato MP3). Questo primo numero è dedicato al rischio di collisione con l'asteroide Apophis.

In un esilarante intervento il progettista aerospaziale Archipeppe propone alcune "tecnologie partenopee" per deviare l'asteroide. Archipeppe, al secolo Giuseppe De Chiara, lavora per la società MARS CENTER di Napoli ed è un prolifico autore di accurati disegni di veicoli spaziali.

Forumastronautico.it, creato da Marco Zambianchi, è un giovane ma attivo forum online di discussione sull'astronautica e le tecnologie aerospaziali (immagine: il logo del forum, distribuito con Licenza Creative Commons). È una delle poche risorse di informazione e divulgazione in italiano su questi temi. Fra gli utenti vi sono operatori del settore, esperti aerospaziali e collezionisti.

Il podcast, nato da un'idea di Michael Sacchi e Marco Zambianchi, si propone di commentare con taglio informale e scherzoso notizie di cronaca spaziale, prendendo spunto anche dalle discussioni del forum. È un esperimento per parlare di scienza e tecnologia divertendo. Dopo l'esordio che ha dato un assaggio del colorito umorismo di Archipeppe, i prossimi numeri proporranno un maggiore equilibrio dando più risalto all'informazione.

Di cosa si parlerà nel prossimo podcast? Sarà una sorpresa, sono vincolato al silenzio perché anch'io interverrò nei prossimi numeri.

Secondo la Wikipedia:
Un podcast è un file audio, video o di testo (file pdf), scaricabile automaticamente da un apposito programma, messo a disposizione su Internet per chiunque si abboni ad una trasmissione periodica.

domenica 25 febbraio 2007

Quanto costano le grandi imprese scientifiche?

Nelle mie conferenze ricevo talvolta domande sui costi delle grandi imprese scientifiche e tecnologiche come il programma spaziale Apollo. Ho notato che confrontarne i costi con quelli di altre attività induce il pubblico a riflettere, mentre le sole cifre sono di difficile interpretazione.

Il programma Apollo è costato circa 100 miliardi di $ attuali. Questo dato assume una prospettiva diversa se si considera per esempio che la guerra del Vietnam, condotta dagli USA nella stessa epoca, è costata circa 7 volte più di Apollo, come scrive il geologo Don Wilhelms nel libro To a Rocky Moon (pag. 345).

L'attualità fornisce spunti per altri simili paragoni. È stato stimato che la permanenza militare americana in Iraq nel 2006 sia costata 94 miliardi di $. In un anno di guerra si è dunque speso quasi quanto il programma Apollo, o quanto si prevede richiederà il nuovo programma di esplorazione spaziale umana Vision for Space Exploration per il ritorno alla Luna.

Confrontare i costi delle imprese spaziali con quelli delle guerre espone alla critica di voler proporre giudizi politici o storici, ma poche altre attività umane sono così costose. E credo che il confronto sia un utile strumento di interpretazione.

venerdì 23 febbraio 2007

A che serve la scienza?

Questa è la domanda più difficile che il pubblico possa rivolgere a chi parla di scienza. È difficile perché le risposte sembrano evasive e poco convincenti. E non può essere elusa perché arriva da chi produce le risorse per la ricerca e il sapere.

Spesso si risponde citando le ricadute tecnologiche, le applicazioni pratiche e i miglioramenti delle condizioni di vita. Ma non sono gli unici benefici possibili. Inoltre non sempre sono percepiti come tali, e possono anzi causare ostilità verso la scienza e la tecnologia.

C'è un aspetto della scienza importante ma trascurato perché rischia di apparire retorica. La conoscenza è un bisogno primario dell'uomo, così come nutrirsi e ripararsi. È lo stesso bisogno all'origine di altri campi del sapere e della creatività umana come l'arte, il cui ruolo non viene generalmente messo in discussione nonostante la mancanza di applicazioni pratiche.

La conoscenza è un bisogno della mente e non del corpo, ma non è meno reale e significativo. Ha maggiore priorità garantire a tutti adeguate risorse per soddisfare i bisogni primari. Ma non si può trascurare la conoscenza, come a volte sembra insinuare chi chiede a cosa serva la scienza.

mercoledì 21 febbraio 2007

Offri al pubblico la possibilità di contattarti

Se non sei una star della divulgazione scientifica come Piero Angela, ti suggerisco di fornire sui tuoi siti web l'opportunità di raggiungerti via email o compilando un modulo online. Da questo canale possono arrivare importanti segnalazioni, suggerimenti o contatti.

Chi ha rapporti con il pubblico preferisce evitare di essere contattato online per timore di:
  • perdere parte della propria privacy
  • ricevere spam
  • ricevere una quantità eccessiva di messaggi
  • affrontare personaggi bizzarri (es. chi vuole convincerti che la Terra non gira intorno al Sole)
  • affrontare ammiratori invadenti
Il rischio di una perdita di privacy è fondato, ma si può limitare creando un indirizzo email solo per i rapporti con il pubblico.

Da 11 anni uso lo stesso indirizzo email, che è sempre stato disponibile in chiaro su siti web e forum online. La quantità di spam che mi arriva, paragonabile a quella di altri utenti che fanno largo uso della posta elettronica, si è stabilizzata e può essere tenuta sotto controllo con i filtri antispam normalmente in uso.

Quanto all'eccessiva quantità di posta e alle richieste bizzarre o invadenti, In base alla mia esperienza credo che siano rischi sopravvalutati. Le poche persone che mi scrivono hanno qualcosa di interessante da dirmi.

Penso che i vantaggi di rendersi accessibili online al pubblico superino gli svantaggi, almeno fino a livelli limitati di notorietà.

lunedì 19 febbraio 2007

Gli annunci di collisioni con asteroidi: catastrofi mediatiche?

Al pubblico che mi chiede informazioni sull'ennesima collisione di un asteroide con la Terra annunciata dai media suggerisco questo criterio:
La notizia della collisione con un asteroide è preoccupante se viene diffusa in televisione da un astronomo vestito da frate, con la barba lunga, i capelli spettinati e gli occhi spalancati che invita insistentemente alla penitenza agitando un crocefisso.
L'edizioe delle 20:00 del TG5 del 18 febbraio 2007 ha riferito l'allarmante notizia dell'impatto dell'asteroide Apophis nel 2036. L'articolo "2036, un asteroide minaccia la Terra: ma l'Onu ci salverà" sul sito TG5.IT esordisce così:
Con precisione impressionante, la data della catastrofe è già annunciata: 13 aprile del 2036.
Anche l'ANSA usa toni non proprio sobri nella notizia "ASTEROIDE CONTRO LA TERRA, TRATTORE SPAZIALE PER SALVARLA".

Se ci attende una catastrofe, non capisco perché in questo momento la NASA stimi un rischio di impatto per il passaggio ravvicinato di Apophis alla Terra nel 2036 di 1 possibilità su 45.000, a cui corrisponde il valore 0 della scala Torino:
0. RISCHIO NULLO

La probabilità di collisione è zero, o tanto bassa da essere praticamente zero. Si applica anche a quegli oggetti talmente piccoli come meteore o corpi che bruciano nell'atmosfera, con rare cadute al terreno in forma di meteorite che solo raramente possono causare danni di qualche tipo.
Il valore minimo di rischio della scala Torino è 0 e il massimo 10, a cui corrisponde a una collisione certa che minaccia il futuro della civiltà. Un possibile impatto merita l'attenzione del pubblico e delle autorità a partire dal valore 3.

In questi casi, dunque, il contesto è fondamentale per comprendere la notizia.

Ogni volta che sento annunci del genere mi sforzo di capire perché vengano diffusi dai media. Ma le uniche ragioni che mi vengono in mente sono la ricerca del sensazionalismo e la mancanza di competenze scientifiche per interpretare le notizie.

sabato 17 febbraio 2007

I blog possono parlare anche di scienziati, non solo di scienza

Cosa accade dietro le quinte della ricerca? Come si arriva a un risultato scientifico? Chi vi contribuisce? In che condizioni lavora? Con quali tecniche e strumenti?

Gli aspetti umani e pratici della ricerca trovano raramente spazio nella comunicazione ufficiale di un progetto scientifico o tecnologico: attività di laboratorio, discussioni fra i membri di un gruppo, intuizioni, idee geniali, passi falsi, emozioni, festeggiamenti per risultati e scoperte, momenti goliardici.

Lo sostiene da tempo anche il ricercatore Andrea Capocci, che sul blog Free lance scrive (l'enfasi è nel testo originale):
[...] bisogna divulgare come le scoperte nascono (e muoiono) e perché la scienza non è una riga dritta verso la felicità [...]
Sono temi che incuriosiscono perché completano la mera esposizione di fatti o risultati e avvicinano gli scienziati al pubblico. Ma interessano anche a chi desidera intraprendere una carriera scientifica. I blog sono strumenti adatti a questo tipo di comunicazione per la loro immediatezza e informalità.

Un esempio è la foto del curioso "strumento di pianificazione" che John Spencer, membro del team scientifico della sonda spaziale Cassini, ha descritto sul blog della Planetary Society. È un semplice modello della sonda costituito da una scatola di cartone su cui sono disegnati i componenti principali del veicolo. Muovendo la scatola Spencer può visualizzare l'orientamento della sonda.

Raramente queste informazioni appaiono nelle riviste accademiche o nei comunicati stampa dei centri di ricerca. Di solito ne parlano gli storici della scienza -- qualche secolo dopo le imprese scientifiche narrate.

giovedì 15 febbraio 2007

Il doposcuola di Piero Angela insegna il rigore scientifico

Piero e Alberto Angela sono fra i pochi che dedichino spazio in televisione ad alcuni importanti strumenti concettuali della scienza: il rigore e lo spirito critico. In quest'epoca di negazione delle missioni lunari Apollo, di neocreazionismo e di proliferazione delle pesudoscienze, mi sembra una ruolo appropriato per il servizio pubblico.

Un post sul blog di Galatea confronta l'atteggiamento degli Angela con quello di Roberto Giacobbo, conduttore del programma di divulgazione Voyager su Rai2 (il cui sito web è però incomprensibile). L'enfasi è nel testo originale di Galatea:
[...] se per un fatto esistono diverse interpretazioni, i due Angela le forniscono tutte, ma si riservano anche di sottolineare quale sia la più probabile e quale invece, per quanto affascinante, sia da considerarsi in gran parte leggendaria, romanzesca o frutto di ricostruzioni arbitrarie e fantasiose.

[...] nei confronti delle ipotesi fantasiose, [Giacobbo] ha l'atteggiamento critico di un bimbo di due anni davanti ad una vetrina ricolma di lecca lecca: gli piacciono tutte.
Lo stile Angela non riceve solo consensi. Forse il loro atteggiamento è un aspetto di ciò che il critico televisivo Aldo Grasso definisce ideologia. Grasso paragona inoltre i programmi degli Angela al "doposcuola", e confesso che anch'io trovo spesso lunghi e noiosi i loro documentari naturalistici.

Ma, in mancanza di meglio, per parlare di scienza preferisco la noia rigorosa e ideologica allo spettacolo superficiale e senza basi critiche.

Aggiornamento

7 febbraio 2009 - In questo post ho definito Voyager un programma di divulgazione perché non lo conoscevo abbastanza. Ora ho un'opinione diversa su Voyager e non lo considero di divulgazione.

martedì 13 febbraio 2007

Intervista a Leopoldo Benacchio, coordinatore italiano per l'Anno dell'Astronomia

L'astronomo Leopoldo Benacchio è il coordinatore italiano per l'Anno Internazionale dell'Astronomia 2009 (International Year of Astronomy 2009, IYA2009), la cui organizzazione è curata dall'International Astronomical Union (IAU).

Benacchio, che ringrazio per la disponibilità, ha accettato di rispondere via email ad alcune mie domande. È ormai prossimo l'importante incontro del 3-4 marzo 2007 in Germania, in cui i coordinatori nazionali presenteranno e discuteranno le proposte di iniziative per IYA2009 che stanno raccogliendo in ambito locale.

Le sue risposte fanno intuire le importanti opportunità offerte da questo evento. Benacchio scrive:
Rispondo agli amici ed amiche del blog avventureplanetarie in modo telegrafico, e forse quindi deludente per qualcuno, ma la prima riunione di una certa importanza a livello europeo è prossima, 3 e 4 marzo, e potrò aggiornare in tempo reale se lo vorrete.
Sarò naturalmente lieto di ospitare futuri aggiornamenti e interventi. Nel frattempo, ecco l'intervista.

IYA2009 si ispira al 400-mo anniversario delle osservazioni di Galileo. L'IAU auspica o sollecita un ruolo primario dell'Italia nelle celebrazioni?

Benacchio - Al momento siamo in una fase vorrei dire di fair play, bisogna ricordare che, comunque il nostro Paese è stato il principale proponente, all'inizio dell'iter formale. Certamente il punto di partenza è l'anno galileiano [comunicato stampa con l'annuncio dell'anno galileiano 2009 - Amoroso], ma di questo "approfitterà" soprattutto l'Italia. Negli altri Paesi, ma questa è una mia previsione personale, l'interesse sarà su iniziative concernenti l'Astrofisica. Sta agli italiani "approfittare" del ruolo speciale che ci può venire dato.

A che punto è in Italia la pianificazione delle iniziative? Come si sta mobilitando il mondo astronomico?

Benacchio - Siamo in fase di "warming up": molte proposte a livello di intenzione, difficoltà a concentrarsi e focalizzarsi su alcune, ma è normale. Molto dipenderà dai finanziamenti, specie governativi, su cui non c'è al momento alcuna certezza, anche se le prospettive sono buone. Le iniziative più concrete, almeno come progetti, sono quelle che riguardano le città "galileiane": Pisa, Padova, Firenze.

Ha già avuto contatti con organizzazioni al di fuori del mondo astronomico come le amministrazioni pubbliche e i media?

Benacchio - Con qualche amministrazione si, ma molto a livello informale, con i media poco, per loro l'evento è ancora lontano.

Quali sono i criteri di selezione per le proposte di iniziative da presentare al prossimo incontro dei coordinatori nazionali in Germania?

Benacchio - Non esistono criteri di selezione al momento, siamo nella fase di raccolta di idee e progetti.

Ha qualche consiglio per chi intende presentare idee e proposte?

Benacchio - Si, farsi avanti! E valutare bene che fra le buone intenzioni e le buone idee corre parecchia strada, ma fra le buone idee e le buone realizzazioni ne corre ancora di più! Comunque chiunque voglia può farsi vivo con me, sarò lieto di discutere proposte e commenti - benacchio@inaf.it

domenica 11 febbraio 2007

Come usare i blog per pubblicare e diffondere idee scientifiche?

Il fisico Mark Trodden del blog Cosmic Variance, nel post How Can We Best Use Blogs? Help Please!, chiede ai lettori:
How can the educational community harness the power of blogs to get their ideas published and propagated?
Trodden è stato invitato a parlare a un workshop sui blog del ciclo Engaging Students of the Net Generation organizzato dalla Syracuse University, presso cui lavora. Citerà la discussione generata dal post come esempio nella sua presentazione.

Il mio commento propone i blog come efficaci strumenti di comunicazione per pogetti scientifici ad alta visibilità e finanziati con risorse pubbliche come le missioni spaziali. Spego perché il comunicato stampa è uno strumento dell'età della pietra, cito un esempio di blog e propongo una soluzione per gruppi di ricerca con poche risorse e molto lavoro: affidarsi a un embedded blogger volontario che racconti al pubblico le attività del gruppo.

venerdì 9 febbraio 2007

Dibattiti TV sulle pseudoscienze: l'illusione della neutralità

Ci sono programmi TV in cui qualche "eroe romantico" fa affermazioni pseudoscientifiche o complottiste, per esempio che l'uomo non è mai stato sulla Luna, e uno scienziato è chiamato a ribattere. Il conduttore del programma, paladino della libertà di espressione, concede a entrambi lo stesso tempo per un dibattito obiettivo ed equilibrato. Ma è una trappola.

Non mi sfiora nemmeno per un momento l'idea che questi programmi siano una conseguenza del deserto creativo e professionale della televisione, o del desiderio di ottenere facili ascolti con temi scandalistici o sensazionalistici.

A beneficio degli ignari autori di simili programmi, dunque, ricordo che questa par condicio è sleale verso la scienza, perché rispetta apparentemente la forma ma non la sostanza di un dibattito equilibrato. Lo stile e i ritmi televisivi sono incompatibili con l'esame rigoroso di ipotesi e affermazioni che sarebbe richiesto in questi casi.

L'eroe romantico che, lottando contro il sistema, sostiene che l'uomo non sia mai stato sulla Luna, viene favorito dal coinvolgimento emotivo offerto dal mezzo televisivo: il montaggio e la regia non sono neutrali. Fa affermazioni brevi, facilmente comprensibili, apparentemente plausibili e perfettamente integrate nei tempi televisivi. Parla al cuore e non alla ragione. Non gli è richiesto alcun legame con la realtà e non ha regole da rispettare.

Lo scienziato, invece, è costretto a dilungarsi. Nel poco tempo disponibile tenta di ribattere sul piano tecnico. Ma non risulta credibile perché il pubblico non ha le competenze di astronautica, astronomia, fisica e ingegneria necessarie per comprendere ciò che dice. Le sue convinzioni gli impongono di rispettare le regole del dibattito scientifico, della logica e del buon senso.

Quando le affermazioni pseudoscientifiche possono invece essere messe con le spalle al muro dal rigore scientifico, come sul poco conosciuto sito web Moon Base Clavius, il risultato è diverso. Ma questo modo di comunicare la scienza è incompatibile con lo stile e le necessità commerciali della televisione.

mercoledì 7 febbraio 2007

Traduzioni italiane di documentari scientifici: errori nei numeri

Ho visto edizioni italiane di documentari scientifici prodotti da prestigiose istituzioni estere, per esempio l'Agenzia Spaziale Europea o la BBC, con errori di traduzione delle espressioni più semplici di una lingua: i numeri, citati per esprimere dimensioni, distanze e altre grandezze.

Non so spiegare la causa di questi errori imbarazzanti. Forse dipende dalla scarsa qualità generale delle traduzioni effettuate dalle reti televisive. Oppure da errori di calcolo commessi nel tentativo di convertire misure dal sistema imperiale al sistema metrico.

La revisione scientifica delle traduzioni aumenta i costi di produzione. Ma quanto costa l'assenza di qualità alla reputazione di un'istituzione?

lunedì 5 febbraio 2007

Il coordinatore italiano per l'Anno dell'Astronomia

Il 2007 sarà un periodo cruciale per l'organizzazione dell'Anno Internazionale dell'Astronomia 2009 (IYA2009). Il 3 e 4 marzo 2007 si svolgerà in Germania un incontro dei coordinatori nazionali (SPoC - Single Points of Contact) per presentare e discutere le proposte di eventi globali e locali.

Il coordinatore per l'Italia è l'astronomo Leopoldo Benacchio dell'Osservatorio di Padova, al quale possono essere inviate idee e proposte da sottoporre all'incontro di marzo in Germania.

sabato 3 febbraio 2007

I bambini fanno domande ma non sanno cos'è una domanda

Toby Click, un conferenziere di planetario, riferisce la sua esperienza con le domande dei bambini piccoli ("pre-K group", scuola materna) in un messaggio alla mailing list Dome-L del 2 febbraio 2007 intitolato "Q&A".

Anche se fanno moltissime domande in contesti diversi, Toby dice che i bambini non conoscono la differenza fra domande e affermazioni. Nelle sue consuete sessioni di domande al termine delle lezioni, dai piccoli visitatori che alzano la mano non arrivano quesiti ma affermazioni su ciò che hanno visto: "la Luna", "Saturno", "Plutone", ecc.

giovedì 1 febbraio 2007

Aumentano i divulgatori scientifici con formazione umanistica

Le due culture si incontrano per parlare di scienza al pubblico.

Quando iniziai a occuparmi di divulgazione scientifica alla metà degli anni '80, chi svolgeva questa attività al di fuori del mondo del giornalismo era generalmente un nerd. Si trattava di appassionati che spesso approfondivano argomenti ed eseguivano osservazioni o esperimenti per conto proprio, oppure studenti universitari o laureati in discipline scientifiche.

Da alcuni anni noto un aumento delle persone con formazione umanistica che frequentano master in comunicazione scientifica o fanno le guide in musei e istituti scientifici. Visto che le opportunità di lavoro in questo settore sono limitate, immagino che siano motivati da genuino interesse.

Seguo con curiosità e attenzione questa tendenza.