Paolo Ulivi, ingegnere aerospaziale, lavora per una società milanese di consulenza ingegneristica. È autore per Springer-Praxis dei libri di storia dell'astronautica Lunar Exploration e Robotic Exploration of the Solar System (3 volumi disponibili a partire dall'autunno 2007).
Paolo, che ringrazio per la disponibilità, ha accettato di rispondere via email ad alcune domande sulla sua esperienza di autore di libri di divulgazione scientifica e tecnologica ad alto livello. Ecco l'intervista.
Come giudichi lo stato di salute dell'editoria tecnico-scientifica divulgativa, in particolare in Italia?
Ulivi - Premetto che non "consumo" molta saggistica tecnico-scientifica in italiano, mi sembra però che il mercato offra per lo più opere di livello introduttivo, che si rivolgono a chi si accosta per la prima volta ad un determinato argomento piuttosto che che a chi cerca un approfondimento. Fanno eccezione le traduzioni delle opere divulgative straniere, nel qual caso si possono trovare anche ottimi saggi, spesso di lettura gradevolissima. Tanto per citarne qualcuno, Longitudine di Dava Sobel e Alla ricerca del libro perduto di Gingerich sull'opera di Copernico.
Perché hai scelto di pubblicare in lingua inglese?
Ulivi - La decisione iniziale è nata quando cercavo di piazzare Lunar Exploration. Ho provato anzitutto a proporlo ad alcune case editrici italiane, non ricevendo mai alcuna risposta. All'estero invece ho avuto una risposta immediata e sempre molto incoraggiante, anche se ho dovuto curarne personalmente la traduzione in inglese.
Da notare, tanto per fare un paragone, che la "mia" casa editrice pubblica l'indirizzo per le proposte editoriali sulla propria pagina web. Non so quante case editrici italiane facciano lo stesso!
A posteriori penso di poter giustificare il disinteresse delle case editrici italiane (ma non l'assenza di alcun riscontro!) in quanto il numero di copie vendute di un qualunque "bestseller" in campo astronautico ed in inglese, ammonta a circa 5000. Facendo le debite proporzioni, penso che un libro del genere avrebbe venduto a dir tanto 200 copie nel nostro paese, ovvero un volume di mercato in cui una casa editrice sana di mente non investirebbe mai.
Quali sono le principali differenze fra il panorama editoriale italiano ed estero nel tuo settore?
Ulivi - Nel mio settore, dopo il periodo d'oro degli anni 60 e 70 si pubblicano ormai per lo più opere "entry level", cioè per chi si interessa per la prima volta all'astronautica, che raramente hanno la profondità ed il rigore di analisi tipici invece di opere pubblicate all'estero. Inoltre ho notato in molti dei libri pubblicati negli ultimi anni in Italia una scarsa qualità della revisione, per cui i libri sono punteggiati da un gran numero di piccoli e grandi errori fattuali.
Per non parlare del settore delle riviste: esistono ottime riviste divulgative di astronautica in inglese, francese e tedesco, ma nessuna in italiano, mentre la migliore rivista di astronomia italiana è ormai una raccolta di traduzioni dell'americana Sky & Telescope.
Tornando ai libri, trovo invece molto interessante il recente proliferare di biografie e autobiografie di "space scientists" italiani (Paresce, Colombo, Broglio ecc.), anche se i risultati non sono sempre tutti della stessa qualità.
Hai qualche suggerimento per gli autori italiani di pubblicazioni scientifiche divulgative? E per gli editori?
Ulivi - Non penso di poter dare dei veri suggerimenti. Darò invece qualche mio "desiderata".
Mi piacerebbe che gli autori usassero un maggiore rigore, una maggiore attenzione ai fatti verificati o verificabili, e quindi anche alle proprie fonti, ed un maggiore spirito critico. Molti libri ed articoli di astronautica ed astronomia, per esempio, sembrano dei semplici rimaneggiamenti dei comunicati delle varie agenzie ed enti di ricerca, che non reggono certo il confronto con alcune delle migliori opere pubblicate all'estero. Citerò come esempio This New Ocean di William Burrows, una dettagliata storia dell'astronautica che demolisce molte delle leggende in materia.
Per quanto riguarda gli editori italiani, l'unico suggerimento che mi sento di dare sulla base della mia limitata esperienze è di dare una maggiore attenzione agli autori "di casa nostra". Sarebbe anche bello vederli osare di più, e pubblicare anche opere un po' diverse dal solito (si vedano anche le risposte alle precedenti domande per capire di cosa parlo).
Foto: Paolo Ulivi (pubblicata con il suo permesso).
N.B. Conosco personalmente Paolo Ulivi.