Se qualcuno si addormenta durante le tue conferenze, non è detto che sia per noia o mancanza di interesse. Il premio Nobel per la medicina
Peter Medawar, nel libro
Consigli a un giovane scienziato, scrisse a proposito della presentazione dei risultati scientifici a congressi e seminari:
[...] Bisogna aggiungere che in una sala di conferenze male ventilata, il sonno è molto spesso dovuto a mancanza di ossigeno e non necessariamente a noia.
Se però il pubblico dorme durante le sue presentazioni, l'oratore deve cercare di trarre conforto dalla considerazione che nessun sonno è così profondamente ristoratore come quello che Morfeo ci invita a godere durante le conferenze. Dal punto di vista fisiologico è incredibile con quanta rapidità si possano rimediare, sonnecchiando per pochi minuti ogni tanto, le devastazioni prodotte da una notte insonne o da una lunga giornata di lavoro.
Ci sono circostanze e limiti fisiologici all'attenzione che possono causare o favorire il sonno durante una conferenza:
- Stanchezza - Specie se gli spettatori hanno camminato a lungo o salito molte scale in precedenza.
- Età - Bambini e anziani possono avere minore resistenza.
- Ambiente - Temperatura, ventilazione e illuminazione del locale in cui si svolge l'evento.
- Posizione - Sedie scomode o necessità di rimanere in piedi per mancanza di posti a sedere.
- Orario - La resistenza diminuisce nella seconda parte della giornata o quando si è a digiuno.
Questi fattori non devono però fornire agli oratori alibi per risultare noiosi. Una
tesina di Mattia Galdiolo, studente di sociologia della comunicazione, esamina alcuni aspetti sociologici della noia in lezioni e conferenze.