Molti criticano l'atteggiamento della NASA nei confronti della comunicazione con il pubblico perché fa apparire l'esplorazione dello spazio noiosa, poco interessante, piatta.
Come recuperare l'entusiasmo e lo spirito di avventura? L'astronomo Phil Plait del blog Bad Astronomy suggerisce di affidare il rinnovamento dell'immagine della NASA a persone esterne all'organizzazione, come Damaris Sarria.
Damaris, ingegnere aerospaziale che lavora al Kennedy Space Center, è una ragazza americana che sogna di diventare astronauta. Sta raccontando la sua esperienza e i suoi sforzi nel blog How I Am Becoming An Astronaut, che conosco e seguo da qualche mese.
Plait apprezza la spontaneità, l'entusiasmo e il dinamismo di Damaris. Ma il suo pregio maggiore è non essere vincolata alla maldestra macchina delle pubbliche relazioni NASA, dalla quale Plait si augura che Damaris rimanga fuori il più a lungo possibile.
sabato 31 marzo 2007
Volti nuovi per l'immagine della NASA
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giovedì 29 marzo 2007
Scienza da vedere: il libro che riconcilia la scienza con il cinema
Chi non si diverte guardando i film in cui la scienza è protagonista? Gli scienziati.
Sono diffidenti perché concentrano l'attenzione sugli errori tecnici, le imprecisioni e le licenze poetiche. Ma dimenticano che nel cinema di fiction la scienza è un elemento narrativo, non un argomento da studiare e spiegare.
Il libro di Matteo Merzagora Scienza da vedere - L'immaginario scientifico sul grande e sul piccolo schermo (Sironi Editore, 2006) racconta come il cinema e la TV rispecchino l'immagine pubblica della scienza, come questa immagine ispiri autori e registi e come il rapporto reciproco si sia evoluto dalle origini del cinema.
Scienza da Vedere pone le basi per una riconciliazione fra cinema e scienza. Una riconciliazione necessaria perché il cinema, forse uno dei più potenti mezzi di intrattenimento, può essere efficacemente usato per parlare di scienza.
Il libro, inoltre, è forse lo strumento più utile e accessibile per comprendere il percorso di riflessione sul linguaggio della cinematografia scientifica intrapreso dalla rassegna di film e documentari Vedere la Scienza, della cui esperienza è anche frutto.
Foto: la copertina di Scienza da vedere (foto di Paolo Amoroso).
N.B. L'autore del libro, gli esperti che vi hanno collaborato e la curatrice della collana in cui è stato pubblicato sono miei amici, e in alcuni casi colleghi.
Sono diffidenti perché concentrano l'attenzione sugli errori tecnici, le imprecisioni e le licenze poetiche. Ma dimenticano che nel cinema di fiction la scienza è un elemento narrativo, non un argomento da studiare e spiegare.
Il libro di Matteo Merzagora Scienza da vedere - L'immaginario scientifico sul grande e sul piccolo schermo (Sironi Editore, 2006) racconta come il cinema e la TV rispecchino l'immagine pubblica della scienza, come questa immagine ispiri autori e registi e come il rapporto reciproco si sia evoluto dalle origini del cinema.
Scienza da Vedere pone le basi per una riconciliazione fra cinema e scienza. Una riconciliazione necessaria perché il cinema, forse uno dei più potenti mezzi di intrattenimento, può essere efficacemente usato per parlare di scienza.
Il libro, inoltre, è forse lo strumento più utile e accessibile per comprendere il percorso di riflessione sul linguaggio della cinematografia scientifica intrapreso dalla rassegna di film e documentari Vedere la Scienza, della cui esperienza è anche frutto.
Foto: la copertina di Scienza da vedere (foto di Paolo Amoroso).
N.B. L'autore del libro, gli esperti che vi hanno collaborato e la curatrice della collana in cui è stato pubblicato sono miei amici, e in alcuni casi colleghi.
martedì 27 marzo 2007
Blog italiani sulla comunicazione scientifica - 1
Il cosmologo Amedeo Balbi ha raccolto un elenco di blog italiani a tema scientifico o tenuti da scienziati che aveva trovato prima di iniziare il suo Keplero. Vorrei completarlo con una lista di blog italiani dedicati alla divulgazione e comunicazione scientifica, che ho consultato documentandomi per Avventure Planetarie. Eccoli:
Aggiornamento
16 giugno 2008: ho aggiunto la parte 2 della lista con altri blog.
13 giugno 2008: il sito web di Sci-Lab non è più disponibile.
- Divulgazione Scientifica.it (Comunicazione scientifica, giornalismo e management della ricerca) - Curato dal giornalista scientifico Sergio Pistoi, che ha esperienza come ricercatore biomedico.
- ScienzAltro (Il Blog del Master in Comunicazione Scientifica di Padova - Non solo Astrofisica) - Curato dal Master in Comunicazione delle Scienze del Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Padova.
- Jekyll (Comunicare la scienza) - Edito dal Master in Comunicazione della Scienza SISSA. Una rivista online con alcune caratteristiche dei blog.
- Sci-Lab (Blog del Master in Comunicazione Scientifica CoDiS) - Curato dal Master in Comunicazione e Divulgazione Scientifica (CoDiS) dell'Università degli Studi Federico II di Napoli.
Aggiornamento
16 giugno 2008: ho aggiunto la parte 2 della lista con altri blog.
13 giugno 2008: il sito web di Sci-Lab non è più disponibile.
domenica 25 marzo 2007
La natura e la scienza ispirano la riflessione interiore
Il pubblico che frequenta i planetari, le osservazioni del cielo al telescopio e altre esperienze che avvicinano alla natura può avere ulteriori motivazioni in aggiunta alla curiosità intellettuale, o al desiderio di informarsi e aggiornarsi su temi scientifici. Per esempio la contemplazione estetica o la riflessione interiore.
Conoscere queste motivazioni aiuta ad adattare le iniziative di divulgazione scientifica in modo che risultino più interessanti e piacevoli per un pubblico eterogeneo.
È interessante ciò che scrive Annamaria De Simone su blogMilano a proposito di una conferenza del Planetario di Milano a cui ha assistito:
Conoscere queste motivazioni aiuta ad adattare le iniziative di divulgazione scientifica in modo che risultino più interessanti e piacevoli per un pubblico eterogeneo.
È interessante ciò che scrive Annamaria De Simone su blogMilano a proposito di una conferenza del Planetario di Milano a cui ha assistito:
[...] credo che quello che offre il Planetario non sia solo cultura ed approfondimento [...] ma anche un vero e proprio tuffo in noi stessi, un modo per ritornare alle nostre stesse origini animiche partendo dal Cosmo, dall'Universo e dalla sua Immensa Bellezza.Il commento di Ivan a questo resoconto paragona il planetario a "un'esperienza interiore".
venerdì 23 marzo 2007
I reality show sulla scienza
Alcuni reality show televisivi sono legati in qualche modo alla scienza:
- Beauty and the Geek (La pupa e il secchione in Italia) - Gli stereotipi sugli scienziati fanno da sfondo ai rapporti fra i concorrenti.
- Rough Science, "L'Isola degli Scienziati" - I concorrenti, tutti scienziati, uniscono le loro competenze per risolvere problemi e sfide scientifiche.
- Space Cadets - Reso possibile dall'analfabetismo scientifico e dalla credulità, ha fatto conoscere alcuni aspetti del volo spaziale e dell'addestramento degli astronauti.
mercoledì 21 marzo 2007
Vedere la Scienza Festival 2007: la scienza nel cinema
Dal 26 marzo all'1 aprile 2007 si svolgerà a Milano Vedere la Scienza Festival, il Primo Festival Internazionale del Video, del Film e del Documentario Scientifico (Sessioni Documentari e Video). Una settimana con 70 proiezioni per le scuole e il pubblico, una competizione internazionale e incontri con esperti.
L'iniziativa del festival ha origine da Vedere la Scienza, una prestigiosa rassegna nazionale di film e documentari scientifici ideata dall'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università degli Studi di Milano e realizzata con il contributo di numerosi enti e istituzioni.
Dal 2001 collaboro con la Sezione di Storia della Fisica dell'Istituto di Fisica e osservo da dietro le quinte il lavoro di studio e organizzazione, al quale ho occasionalmente dato contributi minori. I temi della manifestazione sono ancora quelli indicati per la prima edizione del 1997, nella cui presentazione si leggeva che Vedere la Scienza:
Essendo appassionato di astronautica seguirò in particolare le proiezioni di sabato 31 marzo 2007, giornata dedicata all'esplorazione dello spazio con un ricco programma di documentari e film. Ho già preparato bidoni di popcorn e barili di bibite. Questa data è indicata anche nel mio calendario pubblico.
L'iniziativa del festival ha origine da Vedere la Scienza, una prestigiosa rassegna nazionale di film e documentari scientifici ideata dall'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università degli Studi di Milano e realizzata con il contributo di numerosi enti e istituzioni.
Dal 2001 collaboro con la Sezione di Storia della Fisica dell'Istituto di Fisica e osservo da dietro le quinte il lavoro di studio e organizzazione, al quale ho occasionalmente dato contributi minori. I temi della manifestazione sono ancora quelli indicati per la prima edizione del 1997, nella cui presentazione si leggeva che Vedere la Scienza:
Segna l'avvio di un percorso di studio e di una serie di iniziative sulla rappresentazione della scienza e della tecnica negli audiovisivi, a partire dal prodotto didattico/divulgativo per eccellenza, il documentario, per arrivare a forme espressive come il cinema di fiction, la pubblicità, ecc.Questo lungo percorso di riflessione sul linguaggio della cinematografia scientifica e la sua evoluzione si arricchisce da quest'anno di una competizione internazionale a cui partecipano 50 opere in varie categorie.
Essendo appassionato di astronautica seguirò in particolare le proiezioni di sabato 31 marzo 2007, giornata dedicata all'esplorazione dello spazio con un ricco programma di documentari e film. Ho già preparato bidoni di popcorn e barili di bibite. Questa data è indicata anche nel mio calendario pubblico.
lunedì 19 marzo 2007
A che servono i planetari nell'era multimediale?
A che servono i planetari? Non potremmo sostituirli con le applicazioni multimediali dei computer presenti ormai in ogni casa? No.
Solo l'esperienza immersiva di un planetario permette di percepire l'ambiente naturale e i fenomeni del cielo stellato riprodotti da questa macchina. Nei luoghi con forte inquinamento luminoso dei paesi industrializzati i planetari rappresentano una delle poche opportunità rimaste per vedere un cielo buio, un'esperienza nuova per molti.
Che un planetario non possa essere sostituito da applicazioni multimediali è suggerito dalle reazioni e dai giudizi del pubblico, per esempio i resoconti che due adolescenti in visita al Planetario di Milano hanno pubblicato sui loro blog (sì, sono indubbiamente abituati alle tecnologie multimediali): una studentessa ventenne della provincia di Pavia e uno studente torinese quindicenne. Il loro entusiasmo è significativo perché i giovani sono considerati poco interessati alla scienza.
Ma il modo migliore per rendersene conto, soprattutto per gli amministratori locali e i rappresentanti delle istituzioni, è assistere a una proiezione presso un grande planetario. Le esclamazioni di stupore, e spesso gli applausi, che si levano in coro dalla platea ogni volta che appaiono le stelle nel cielo buio, sono più eloquenti e comprensibili di qualsiasi resoconto.
Solo l'esperienza immersiva di un planetario permette di percepire l'ambiente naturale e i fenomeni del cielo stellato riprodotti da questa macchina. Nei luoghi con forte inquinamento luminoso dei paesi industrializzati i planetari rappresentano una delle poche opportunità rimaste per vedere un cielo buio, un'esperienza nuova per molti.
Che un planetario non possa essere sostituito da applicazioni multimediali è suggerito dalle reazioni e dai giudizi del pubblico, per esempio i resoconti che due adolescenti in visita al Planetario di Milano hanno pubblicato sui loro blog (sì, sono indubbiamente abituati alle tecnologie multimediali): una studentessa ventenne della provincia di Pavia e uno studente torinese quindicenne. Il loro entusiasmo è significativo perché i giovani sono considerati poco interessati alla scienza.
Ma il modo migliore per rendersene conto, soprattutto per gli amministratori locali e i rappresentanti delle istituzioni, è assistere a una proiezione presso un grande planetario. Le esclamazioni di stupore, e spesso gli applausi, che si levano in coro dalla platea ogni volta che appaiono le stelle nel cielo buio, sono più eloquenti e comprensibili di qualsiasi resoconto.
sabato 17 marzo 2007
L'Italia non ha un museo dello spazio
Nel 1964, dopo USA e URSS, l'Italia è stata la terza nazione ad avere un proprio satellite artificiale in orbita. E, dopo Francia e Germania, è attualmente il terzo maggiore paese finanziatore dell'Agenzia Spaziale Europea, con 397,9 milioni di Euro nel 2005.
Ma non esiste un museo dello spazio in Italia. Chi aprirà per primo un vero museo dello spazio riceverà tutti i vantaggi di immagine e l'attenzione del pubblico.
Non abbiamo nessuna significativa esposizione permanente di materiale astronautico aperta al pubblico. Fra le poche opportunità vi sono alcune sezioni minori di musei dedicati ad altri temi, o gli sporadici incontri in cui collezionisti ed esperti di spazio o fantascienza mostrano alcuni oggetti delle loro raccolte private.
Eppure l'astronautica e le scienze spaziali hanno un forte impatto visivo e spettacolare. Inoltre in Italia non mancano il talento e le competenze per allestire un museo, come dimostra il bellissimo modello di razzo Saturn V realizzato da Riccardo Simone ed esposto ad Apuliacon 2007 (3-4 marzo), un raduno di appassionati di fantascienza. Ecco alcuni esempi di libri, pubblicazioni e altri cimeli d'epoca presentati ad Astronauticon 1 (18 novembre 2006), il primo incontro degli utenti di Forumastronautico.it:
Foto: modello di razzo Saturn V realizzato da Riccardo Simone, ritratto nell'immagine. Pubblicata con il permesso dell'autore.
Ma non esiste un museo dello spazio in Italia. Chi aprirà per primo un vero museo dello spazio riceverà tutti i vantaggi di immagine e l'attenzione del pubblico.
Non abbiamo nessuna significativa esposizione permanente di materiale astronautico aperta al pubblico. Fra le poche opportunità vi sono alcune sezioni minori di musei dedicati ad altri temi, o gli sporadici incontri in cui collezionisti ed esperti di spazio o fantascienza mostrano alcuni oggetti delle loro raccolte private.
Eppure l'astronautica e le scienze spaziali hanno un forte impatto visivo e spettacolare. Inoltre in Italia non mancano il talento e le competenze per allestire un museo, come dimostra il bellissimo modello di razzo Saturn V realizzato da Riccardo Simone ed esposto ad Apuliacon 2007 (3-4 marzo), un raduno di appassionati di fantascienza. Ecco alcuni esempi di libri, pubblicazioni e altri cimeli d'epoca presentati ad Astronauticon 1 (18 novembre 2006), il primo incontro degli utenti di Forumastronautico.it:
Foto: modello di razzo Saturn V realizzato da Riccardo Simone, ritratto nell'immagine. Pubblicata con il permesso dell'autore.
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giovedì 15 marzo 2007
Gli appassionati di scienza e tecnologia colmano le lacune informative dei media
Sapevi che l'Italia ha lanciato il prototipo di un'innovativa navicella spaziale alata senza pilota, unica nel suo genere, che potrebbe diventare operativa fra 5 anni? È un progetto da 179 milioni di Euro il cui primo importante test, su cui le fonti ufficiali dicono poco, è stato ignorato dai media.
Gli appassionati di astronautica hanno iniziato a colmare questa lacuna informativa. Prima ancora di fare divulgazione scientifica, qui è necessario fornire le informazioni di base sul progetto. Come possono i contribuenti sostenere l'esplorazione dello spazio se non sanno nemmeno a cosa lavorano i propri centri di ricerca migliori?
Il 24 febbraio 2007 è stato lanciato un prototipo di USV (Unmanned Space Vehicle; realizzato con il coordinamento del CIRA) per simulare le fasi finali del rientro nell'atmosfera da una missione nello spazio. I dati sul volo sono stati acquisiti con successo, ma il veicolo ha subito seri danni nell'impatto con il mare non adeguatamente frenato dal sistema di paracadute.
Sul forum online Forumastronautico.it, grazie alla rete di contatti degli utenti, sono state pubblicate foto esclusive del lancio il giorno stesso in cui si è svolto. Ora il n. 1 di Astronauticast (scarica il file audio in formato MP3), il podcast di Forumastronautico.it, propone un'intervista esclusiva con l'Ing. Gennaro Russo del CIRA, project manager di USV.
Questo nuovo numero offre un maggiore equilibrio fra contenuti e goliardia. La parte goliardica, una parodia di un annuncio da cinegiornale d'epoca sul lancio di USV, è ispirata proprio alla scarsità di informazioni ufficiali sul test, come avveniva per le missioni spaziali sovietiche.
Un'appendice di Astronauticast n. 1 contiene un mio piccolo contributo. Ho prestato la voce allo speaker della parte satirica per una delle prove rese necessarie da contrattempi nella produzione del podcast.
Gli appassionati di astronautica hanno iniziato a colmare questa lacuna informativa. Prima ancora di fare divulgazione scientifica, qui è necessario fornire le informazioni di base sul progetto. Come possono i contribuenti sostenere l'esplorazione dello spazio se non sanno nemmeno a cosa lavorano i propri centri di ricerca migliori?
Il 24 febbraio 2007 è stato lanciato un prototipo di USV (Unmanned Space Vehicle; realizzato con il coordinamento del CIRA) per simulare le fasi finali del rientro nell'atmosfera da una missione nello spazio. I dati sul volo sono stati acquisiti con successo, ma il veicolo ha subito seri danni nell'impatto con il mare non adeguatamente frenato dal sistema di paracadute.
Sul forum online Forumastronautico.it, grazie alla rete di contatti degli utenti, sono state pubblicate foto esclusive del lancio il giorno stesso in cui si è svolto. Ora il n. 1 di Astronauticast (scarica il file audio in formato MP3), il podcast di Forumastronautico.it, propone un'intervista esclusiva con l'Ing. Gennaro Russo del CIRA, project manager di USV.
Questo nuovo numero offre un maggiore equilibrio fra contenuti e goliardia. La parte goliardica, una parodia di un annuncio da cinegiornale d'epoca sul lancio di USV, è ispirata proprio alla scarsità di informazioni ufficiali sul test, come avveniva per le missioni spaziali sovietiche.
Un'appendice di Astronauticast n. 1 contiene un mio piccolo contributo. Ho prestato la voce allo speaker della parte satirica per una delle prove rese necessarie da contrattempi nella produzione del podcast.
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martedì 13 marzo 2007
Calendario delle attività pubbliche di Paolo Amoroso
Ho creato un calendario delle mie attività di divulgazione scientifica. Raccoglie date e informazioni sulle mie prossime conferenze, visite guidate, serate di osservazione del cielo e altre iniziative pubbliche. Riporta anche la mia partecipazione a eventi che mi interessano ma in cui sarò solo uno spettatore. Potranno essere occasioni per conoscere personalmente i lettori di questo blog.
Il calendario, ospitato da Google Calendar, è disponibile in diverse versioni:
Il calendario, ospitato da Google Calendar, è disponibile in diverse versioni:
- pagina web - la versione più facile da consultare
- Atom feed - un formato di web feed
- iCal - formato standard di file iCalendar per software di gestione di calendari
domenica 11 marzo 2007
Marketing per la scienza e scienza per il marketing
Lei è stato sulla Luna?
Domanda del responsabile marketing di una grande azienda a un astronauta italiano
Domanda del responsabile marketing di una grande azienda a un astronauta italiano
È stato dato ampio risalto all'intervento di Larry Page, cofondatore di Google, al meeting annuale 2007 (San Francisco, 15-19 febbraio 2007) dell'American Association for the Advancement of Science.
Page ha detto che la scienza ha "un serio problema di marketing" e che gli scienziati dovrebbero farsi coinvolgere maggiormente nella politica, negli affari e nei media per "vendere" meglio le possibilità della scienza ai legislatori, ai leader imprenditoriali e al pubblico.
C'è un'affermazione di Page che mi lascia perplesso:
And virtually none of the marketers in the world work for science.Il fatto che gli esperti di marketing non lavorino ancora per la scienza non è un aspetto negativo, almeno per ora. Prima che questa collaborazione si concretizzasse, forse sarebbe meglio che gli esperti di marketing e media conoscessero meglio il mondo della scienza. E che abbassassero i toni talvolta eccessivi:
- Gli annunci di collisioni con asteroidi: catastrofi mediatiche?
- Incaute dichiarazioni sulla vita su Marte stravolte dai media
Page threw out a few more ideas to raise science’s profile, such as tying tenure and grant money to the media impact of research and having universities oversee science education in primary schools, which he admitted was a “radical proposal.”La qualità della ricerca e l'impatto sui media non sono necessariamente legati. Ci si può fare un'idea dei rischi di privilegiare la popolarità considerando per esempio il livello attuale dei programmi televisivi.
Nonostante queste riserve condivido la necessità per la scienza di comunicare meglio. Seguirò con attenzione eventuali sviluppi delle esortazioni e provocazioni di Page.
venerdì 9 marzo 2007
Nelle osservazioni pubbliche al telescopio mostra solo la Luna e i pianeti
Se conduci una serata di osservazione al telescopio mostra solo la Luna e i pianeti, specialmente se il pubblico è eterogeneo o poco esperto. Sono gli unici oggetti che appaiono immediatamente come mondi e su cui anche i non specialisti vedono facilmente forme e dettagli.
Le spettacolari immagini del telescopio spaziale Hubble e altri grandi osservatori, ormai molto conosciute, hanno creato aspettative inesatte. Il pubblico pensa che quelle immagini, acquisite con strumenti elettronici e fortemente elaborate al computer, rappresentino con buona approssimazione quanto si osserva anche direttamente con l'occhio all'oculare.
Mostrare oggetti deboli come nebulose e galassie, che richiedono esperienza e cieli senza inquinamento luminoso, può dunque deludere un pubblico di non specialisti. È troppo grande la differenza fra gli intensi colori e la ricchezza di dettagli delle immagini elaborate, e le tenui luminosità percepibili con l'occhio al telescopio.
Meglio proporre nebulose, galassie e altri oggetti deboli quando:
Le spettacolari immagini del telescopio spaziale Hubble e altri grandi osservatori, ormai molto conosciute, hanno creato aspettative inesatte. Il pubblico pensa che quelle immagini, acquisite con strumenti elettronici e fortemente elaborate al computer, rappresentino con buona approssimazione quanto si osserva anche direttamente con l'occhio all'oculare.
Mostrare oggetti deboli come nebulose e galassie, che richiedono esperienza e cieli senza inquinamento luminoso, può dunque deludere un pubblico di non specialisti. È troppo grande la differenza fra gli intensi colori e la ricchezza di dettagli delle immagini elaborate, e le tenui luminosità percepibili con l'occhio al telescopio.
Meglio proporre nebulose, galassie e altri oggetti deboli quando:
- l'inquinamento luminoso è molto ridotto
- si usa un telescopio potente
- il pubblico ha già esperienza di osservazione o conoscenze astronomiche di base
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mercoledì 7 marzo 2007
Davvero al pubblico non interessa la scienza in TV?
C'è chi dice che al pubblico televisivo non interessi la scienza e che guardi solo programmi spazzatura o di intrattenimento. Io non ci credo.
In Inghilterra, la patria dei tabloid scandalistici e del gossip, va in onda ininterrottamente da 50 -- cinquanta -- anni il programma BBC di divulgazione dell'astronomia "The Sky At Night". E in Italia continua da 26 anni il successo di Quark e degli altri programmi di Piero Angela.
In Inghilterra, la patria dei tabloid scandalistici e del gossip, va in onda ininterrottamente da 50 -- cinquanta -- anni il programma BBC di divulgazione dell'astronomia "The Sky At Night". E in Italia continua da 26 anni il successo di Quark e degli altri programmi di Piero Angela.
lunedì 5 marzo 2007
Come ho conosciuto la scrittrice Mary Anna Evans
Racconto come ho conosciuto Mary Anna Evans perché ho avuto l'opportunità di dare un piccolo contributo a Relics, uno dei suoi romanzi in cui la scienza ha un ruolo importante.
Nel febbraio del 2003 la scrittrice esordiente Mary Anna Evans inviò una richiesta alla mailing list di storia dell'astronomia HASTRO-L. Dopo la pubblicazione di Artifacts, il suo primo romanzo del mistero, si stava documentando per un secondo libro intitolato Relics con la stessa protagonista, l'archeologa Faye Longchamp.
La Evans chiedeva suggerimenti per un elemento astronomico della trama che permettesse di stabilire l'origine di un manufatto. Promise una copia autografata di Artifacts a chi le avesse fornito suggerimenti utili. Dalla discussione che seguì scelse tre idee, fra cui una mia.
Come promesso ricevetti la copia autografata di Artifacts, ma poi la Evans decise di scartare due delle tre idee eliminando anche la mia. Non posso rivelare quale elemento astronomico della trama abbia usato in Relics per risolvere uno dei misteri chiave, altrimenti diventerei la vittima di un killer -- nella realtà, non nei suoi romanzi.
Da allora seguo con interesse l'attività della Evans.
Foto: Mary Anna Evans. Usata con il permesso dell'autrice.
Nel febbraio del 2003 la scrittrice esordiente Mary Anna Evans inviò una richiesta alla mailing list di storia dell'astronomia HASTRO-L. Dopo la pubblicazione di Artifacts, il suo primo romanzo del mistero, si stava documentando per un secondo libro intitolato Relics con la stessa protagonista, l'archeologa Faye Longchamp.
La Evans chiedeva suggerimenti per un elemento astronomico della trama che permettesse di stabilire l'origine di un manufatto. Promise una copia autografata di Artifacts a chi le avesse fornito suggerimenti utili. Dalla discussione che seguì scelse tre idee, fra cui una mia.
Come promesso ricevetti la copia autografata di Artifacts, ma poi la Evans decise di scartare due delle tre idee eliminando anche la mia. Non posso rivelare quale elemento astronomico della trama abbia usato in Relics per risolvere uno dei misteri chiave, altrimenti diventerei la vittima di un killer -- nella realtà, non nei suoi romanzi.
Da allora seguo con interesse l'attività della Evans.
Foto: Mary Anna Evans. Usata con il permesso dell'autrice.
sabato 3 marzo 2007
Effigies: un romanzo che parla di scienza
Effigies è un avvincente romanzo del mistero, il terzo di una serie che ha per protagonista la giovane archeologa Faye Longchamp. Ma nelle avventure di Faye, che comprendono i precedenti titoli Artifacts e Relics, la scienza costituisce un importante elemento della trama e ambienta le vicende narrate.
Il lettore assiste al lavoro sul campo degli archeologi mentre consultano mappe, scavano, estraggono e puliscono i reperti, li catalogano nei loro taccuini, li ripongono in contenitori, riordinano gli attrezzi alla fine della giornata. La chimica e la medicina aiutano nelle indagini su omicidi. E in Relics l'astronomia consente di risolvere un antico mistero.
Effigies include due sezioni insolite per un'opera letteraria: la breve guida per insegnanti e studenti "Guide for Teachers, Students, and the Incurably Curious" e una bibliografia. Quando l'autrice, la scrittrice americana Mary Anna Evans, si rese conto che i suoi romanzi venivano letti anche nelle scuole perché integrano la scienza nella narrazione, iniziò a rendere disponibili note storiche e scientifiche sul contesto delle storie.
L'interesse dei lettori per queste informazioni ha spinto la Evans ad aggiungerle a Effigies. La guida contiene spunti di discussione letteraria e domande scientifiche. La bibliografia cita documenti storici originali, libri e articoli in riviste accademiche di archeologia.
La familiarità della Evans con la scienza non è solo l'attenzione con cui un autore si documenta per ambientare una storia. Avendo studiato fisica e ingegneria, è invece una naturale conseguenza della sua formazione e dei suoi interessi scientifici.
Immagine: la copertina del romanzo Effigies. Usata con il permesso dell'autrice.
N.B. Da alcuni anni sono in contatto con Mary Anna Evans, che stimo e apprezzo.
Il lettore assiste al lavoro sul campo degli archeologi mentre consultano mappe, scavano, estraggono e puliscono i reperti, li catalogano nei loro taccuini, li ripongono in contenitori, riordinano gli attrezzi alla fine della giornata. La chimica e la medicina aiutano nelle indagini su omicidi. E in Relics l'astronomia consente di risolvere un antico mistero.
Effigies include due sezioni insolite per un'opera letteraria: la breve guida per insegnanti e studenti "Guide for Teachers, Students, and the Incurably Curious" e una bibliografia. Quando l'autrice, la scrittrice americana Mary Anna Evans, si rese conto che i suoi romanzi venivano letti anche nelle scuole perché integrano la scienza nella narrazione, iniziò a rendere disponibili note storiche e scientifiche sul contesto delle storie.
L'interesse dei lettori per queste informazioni ha spinto la Evans ad aggiungerle a Effigies. La guida contiene spunti di discussione letteraria e domande scientifiche. La bibliografia cita documenti storici originali, libri e articoli in riviste accademiche di archeologia.
La familiarità della Evans con la scienza non è solo l'attenzione con cui un autore si documenta per ambientare una storia. Avendo studiato fisica e ingegneria, è invece una naturale conseguenza della sua formazione e dei suoi interessi scientifici.
Immagine: la copertina del romanzo Effigies. Usata con il permesso dell'autrice.
N.B. Da alcuni anni sono in contatto con Mary Anna Evans, che stimo e apprezzo.
giovedì 1 marzo 2007
Un'analogia per spiegare perché Plutone non è più un pianeta
Toby Click, curatore del Mark Smith Planetarium, in un messaggio alla mailing list Dome-L del 21 febbraio 2007 intitolato "The Red Crayon Analogy" propone un'analogia per spiegare ai bambini il declassamento di Plutone.
Immagina di avere una scatola piena di matite colorate. Alcune sono lunghe, altre corte, altre ancora hanno una gomma per cancellare. Ma hai un'idea di base di cosa sia una matita.
Un giorno trovi un pastello rosso, ma non hai mai visto nulla del genere. Ti chiedi cosa sia e, notando che ha la forma di una matita e traccia segni su un foglio, lo metti nella scatola delle matite.
Tempo dopo trovi un pastello blu, poi uno verde, uno arancione e altri. Ti rendi conto che ci sono molti pastelli sparsi per la casa di cui non conoscevi l'esistenza. Ti procuri una nuova scatola per conservarli tutti, ma cosa pensi di fare con il primo che hai trovato? Continuerai a considerarlo una matita o lo definirai un pastello?
Plutone è in certo senso come il pastello rosso. È stato il primo oggetto scoperto del suo genere e abbiamo continuato a considerarlo una "matita" (pianeta) in mancanza di un'idea migliore. Ora che conosciamo altri mondi "pastelli" (pianeti nani) come Plutone, però, sappiamo a che categoria appartiene quello rosso.
Le matite e i pastelli sono oggetti ugualmente utili e non buttiamo via il pastello rosso, conclude Click. I pianeti e i corpi come Plutone offrono occasioni per imparare cose nuove.
Immagina di avere una scatola piena di matite colorate. Alcune sono lunghe, altre corte, altre ancora hanno una gomma per cancellare. Ma hai un'idea di base di cosa sia una matita.
Un giorno trovi un pastello rosso, ma non hai mai visto nulla del genere. Ti chiedi cosa sia e, notando che ha la forma di una matita e traccia segni su un foglio, lo metti nella scatola delle matite.
Tempo dopo trovi un pastello blu, poi uno verde, uno arancione e altri. Ti rendi conto che ci sono molti pastelli sparsi per la casa di cui non conoscevi l'esistenza. Ti procuri una nuova scatola per conservarli tutti, ma cosa pensi di fare con il primo che hai trovato? Continuerai a considerarlo una matita o lo definirai un pastello?
Plutone è in certo senso come il pastello rosso. È stato il primo oggetto scoperto del suo genere e abbiamo continuato a considerarlo una "matita" (pianeta) in mancanza di un'idea migliore. Ora che conosciamo altri mondi "pastelli" (pianeti nani) come Plutone, però, sappiamo a che categoria appartiene quello rosso.
Le matite e i pastelli sono oggetti ugualmente utili e non buttiamo via il pastello rosso, conclude Click. I pianeti e i corpi come Plutone offrono occasioni per imparare cose nuove.
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