All'inizio di una manifestazione scientifica riassumi al pubblico il programma ricordando la durata complessiva e la successione delle fasi dell'evento come conferenze in sala, visite a esposizioni, dimostrazioni in laboratorio, attività per bambini, ecc.
È utile perché molti decidono la loro partecipazione sulla base di informazioni limitate, come l'argomento o i relatori presenti, senza avere un'idea precisa di cosa aspettarsi. I media, inoltre, non sempre riferiscono le informazioni essenziali su un evento.
lunedì 30 luglio 2007
Riassumi al pubblico il programma di un evento scientifico
sabato 28 luglio 2007
La Rai replica il documentario complottista su Apollo: diseducazione scientifica recidiva
Il 26 luglio 2007 la Rai ha trasmesso una replica del "documentario" Apollo 11 - il lato oscuro della Luna realizzato da complottisti che negano l'autenticità delle missioni Apollo. Ti invito a fare conoscere la tua opinione alla Rai, e a pubblicarla sul tuo blog se ne hai uno. Ecco il messaggio che ho mandato:
Rai Due ha trasmesso nuovamente il documentario "Apollo 11 - il lato oscuro della Luna" con Giovanni Minoli, in cui viene messa in dubbio l'autenticità delle missioni lunari del programma spaziale Apollo. Condivido il giudizio negativo di Paolo Attivissimo: Scempiaggini lunatiche in replica su Raidue.Mi sono occupato di complottismo sulle missioni Apollo anche in altre occasioni:
Minoli cita una serie di dubbi inquietanti. L'unico dubbio inquietante è come la Rai possa avere speso denaro pubblico per mandare in onda -- più volte -- un programma pseudoscientifico e diseducativo. La Rai deve considerarsi "servizio pubblico" non solo quando impone il pagamento del canone, ma anche quando è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità culturali e sociali.
Come contribuente chiedo che rendiate noto pubblicamente quanto denaro degli abbonati avete speso per l'acquisizione e la messa in onda di quel programma.
Cordiali saluti,
Paolo Amoroso
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giovedì 26 luglio 2007
L'embargo sulle notizie scientifiche è superato
L'ex corrispondente scientifico BBC David Whitehouse ritiene che il sistema dell'embargo sulle notizie scientifiche è superato e inopportuno (segnalato dal blog Science Communication). Favorisce le grandi riviste scientifiche e incoraggia la pigrizia dei giornalisti.
I sostenitori dell'embargo dicono che offre a tutti le stesse opportunità e lo stesso materiale, dirige l'attenzione sulla ricerca di qualità e dà più tempo ai giornalisti per preparare i loro servizi. Ma secondo Whitehouse un vero professionista è un cacciatore di notizie che riesce a lavorare in tempi stretti e non ha bisogno di aiuto o suggerimenti:
I sostenitori dell'embargo dicono che offre a tutti le stesse opportunità e lo stesso materiale, dirige l'attenzione sulla ricerca di qualità e dà più tempo ai giornalisti per preparare i loro servizi. Ma secondo Whitehouse un vero professionista è un cacciatore di notizie che riesce a lavorare in tempi stretti e non ha bisogno di aiuto o suggerimenti:
What good journalist wants a level playing field? Journalists, if they are up to the job, are hunters wanting to get the best stories for their outlets first and are used to producing accurate reports to tight deadlines and when it comes to "getting the science right," they don't need such help.
martedì 24 luglio 2007
Come sentire la gravità sui pianeti
Facendo sollevare al pubblico recipienti con pesi proporzionali all'accelerazione di gravità sui pianeti, considerando unitario il peso di quello che rappresenta la Terra. I recipienti, chiamati "gravity cans", possono essere comuni lattine per bibite riempite di sabbia o altro materiale.
È un esempio di Cheap Outreach, un'idea geniale di Rod Thompson ripresa da Steve Cooperman che ha preparato note didattiche sulle gravity cans. Riesce con mezzi semplici e costi trascurabili a fare percepire un fenomeno lontano dall'esperienza comune. Una dimostrazione adatta alle esposizioni interattive di musei scientifici e planetari.
È un esempio di Cheap Outreach, un'idea geniale di Rod Thompson ripresa da Steve Cooperman che ha preparato note didattiche sulle gravity cans. Riesce con mezzi semplici e costi trascurabili a fare percepire un fenomeno lontano dall'esperienza comune. Una dimostrazione adatta alle esposizioni interattive di musei scientifici e planetari.
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domenica 22 luglio 2007
Immagini delle missioni Apollo sconsigliate ai minori?
In the Shadow of the Moon è un documentario che racconta il programma Apollo attraverso le testimonianze dirette di quasi tutti gli astronauti che hanno camminato sulla Luna (recensione di MovieWeb). Uscirà nelle sale USA nell'autunno 2007 ma è già disponibile il trailer. La classificazione di questo film secondo il sistema di rating MPAA (appare all'inizio del trailer) mi lascia fortemente perplesso:
The following PREVIEW has been approved for ALL AUDIENCES by the Motion Picture Association of America, Inc.Suggerita la presenza dei genitori? Materiale non adatto ai bambini? Linguaggio da caserma? Brevi scene violente? Nelle missioni lunari Apollo? Effettivamente non so se i bambini americani abituati alle immagini TV dall'Iraq possano sopportare la visione di qualcuno che fuma.
The film advertised has been rated PG parental guide suggested
Some material may not be suitable for children
Mild language, brief violent images and incidental smoking
Trovo rassicurante che in Italia chi parla di scienza non debba preoccuparsi di questi eccessi di zelo -- per il momento.
venerdì 20 luglio 2007
Cos'è l'alfabetizzazione scientifica?
Matthew Nisbet del blog Framing Science riflette su cosa significano le espressioni "alfabetizzazione scientifica" e "public understanding of science". È importante comprenderlo perché il pubblico non è un'entità monolitica:
The public is far from monolithic in how it is likely to acquire and apply knowledge about science. It is important to segment the "general public" by relevant social identities and values such as religion, partisanship, education, identity, ethnicity, occupation, region, locality, and prior knowledge.
mercoledì 18 luglio 2007
Speciale Tg1 "La rivincita della Luna": un buon servizio giornalistico
Lo Speciale Tg1 La rivincita della Luna, trasmesso da Rai Uno il 15 luglio 2007, ha raccontato la storia dell'esplorazione spaziale, commentata in una lunga intervista dall'astronauta italiano Paolo Nespoli.
Nonostante numerose inesattezze storiche e tecniche è stato un buon servizio giornalistico su un tema scientifico. Ha esposto i fatti senza drammatizzare eccessivamente il pericolo e senza concedere spazio a farneticazioni complottiste sull'autenticità delle missioni Apollo. Un esempio raro nel desolante panorama culturale della TV pubblica.
Gli autori non devono però riposare sugli allori. Alcuni errori, come la data del 29 luglio 1969 per l'allunaggio di Apollo 11, sono inammissibili nell'era di Internet.
Nonostante numerose inesattezze storiche e tecniche è stato un buon servizio giornalistico su un tema scientifico. Ha esposto i fatti senza drammatizzare eccessivamente il pericolo e senza concedere spazio a farneticazioni complottiste sull'autenticità delle missioni Apollo. Un esempio raro nel desolante panorama culturale della TV pubblica.
Gli autori non devono però riposare sugli allori. Alcuni errori, come la data del 29 luglio 1969 per l'allunaggio di Apollo 11, sono inammissibili nell'era di Internet.
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lunedì 16 luglio 2007
Phoenix: un'occasione mancata per ascoltare suoni da Marte?
La sonda spaziale Phoenix, che partirà per Marte ad agosto 2007, non potrà probabilmente registrare suoni sul pianeta. Un microfono avrebbe dovuto registrare eventuali rumori, come il sibilo dei venti marziani, durante la discesa verso la superficie. Ma una analisi ingegneristica ha stabilito che non sarà possibile ottenere quei dati.
È un'occasione mancata per sfruttare uno dei sensi meno usati per la divulgazione sullo spazio, l'udito, per fare conoscere un ambiente suggestivo e misterioso come quello di Marte. Ricordo ancora lo stupore e l'entusiasmo del pubblico nell'ascoltare i suoni registrati dalla sonda Huygens durante la discesa verso la superficie di Titano.
È un'occasione mancata per sfruttare uno dei sensi meno usati per la divulgazione sullo spazio, l'udito, per fare conoscere un ambiente suggestivo e misterioso come quello di Marte. Ricordo ancora lo stupore e l'entusiasmo del pubblico nell'ascoltare i suoni registrati dalla sonda Huygens durante la discesa verso la superficie di Titano.
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sabato 14 luglio 2007
Il pubblico dell'astronomia chiede consigli per acquistare un telescopio
Parlando di astronomia il pubblico chiede spesso consigli per l'acquisto di un telescopio. In genere io ne sconsiglio l'acquisto, specialmente a chi vive in zone con forte inquinamento luminoso come le città o non mostra sufficiente motivazione.
Si dimentica spesso che un telescopio è un complesso e costoso strumento scientifico. Se l'entusiasmo iniziale non è seguito da un adeguato investimento di tempo per approfondire le tecniche di osservazione e la conoscenza del cielo, lo strumento rischia di rimanere chiuso in un armadio per noia o delusione.
Consiglio invece di partecipare a osservazioni pubbliche del cielo organizzate da gruppi di astrofili e osservatori astronomici. Oppure suggerisco di usare semplici strumenti che si possono già avere in casa, per esempio binocoli o piccoli cannocchiali.
Si dimentica spesso che un telescopio è un complesso e costoso strumento scientifico. Se l'entusiasmo iniziale non è seguito da un adeguato investimento di tempo per approfondire le tecniche di osservazione e la conoscenza del cielo, lo strumento rischia di rimanere chiuso in un armadio per noia o delusione.
Consiglio invece di partecipare a osservazioni pubbliche del cielo organizzate da gruppi di astrofili e osservatori astronomici. Oppure suggerisco di usare semplici strumenti che si possono già avere in casa, per esempio binocoli o piccoli cannocchiali.
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giovedì 12 luglio 2007
Il futuro della comunicazione scientifica è negli audiovisivi
Secondo Deepak Singh del blog bbgm il ruolo degli strumenti multimediali nella comunicazione scientifica è destinato a rafforzarsi (segnalato da Science Communication). Lo suggeriscono le tendenze nella fruizione di video e audio su Internet. Singh dice che abbiamo appena iniziato a renderci conto delle potenzialità:
With rich internet applications beginning to increasingly make their presence felt, and our interactions with the web continuing to evolve, we have only scratched the surface of multimedia and scientific communication.Il contesto di queste considerazioni è la comunicazione dei risultati della ricerca fra specialisti. Ma, vista la crescente diffusione di Internet, soprattutto fra i giovani, è opportuno che anche chi si occupa di divulgazione inizi a conoscere e sperimentare questi strumenti.
martedì 10 luglio 2007
La ricerca europea del 7th Framework Programme dovrà coinvolgere pubblico e media
La Commissione Europea ha stabilito che i progetti di ricerca che riceveranno fondi dal Seventh Framework Programme (FP7) dovranno informare pubblicamente sulla loro attività (segnalato da CORDIS News). Dal documento FP7 Grant Agreement - Annex II General Conditions che illustra le condizioni generali per la concessione dei finanziamenti (sezione II.11 Information and Communication, pag. 15):
The beneficiaries shall, throughout the duration of the project, take appropriate measures to engage with the public and the media about the project [...].Questo dovere di comunicare riconosce il diritto del pubblico di essere coinvolto nella ricerca scientifica, e dimostra rispetto per i contribuenti che finanziano quella ricerca.
domenica 8 luglio 2007
Per celebrare lo Sputnik lanciamo un altro Sputnik
Il lancio dello Sputnik 1 il 4 ottobre 1957 diede inizio all'era spaziale, di cui si celebrerà il 50° anniversario il 4 ottobre 2007.
Come rievocare lo stupore e l'entusiasmo dell'opinione pubblica mondiale per quell'evento? Lanciando una replica del satellite con la stessa orbita. Permetterebbe a molte persone in tutto il mondo di rivivere le stesse emozioni di allora vedendolo passare in cielo e ascoltandone il caratteristico "beep, beep, beep".
Ormai è tardi, ma dandosi da fare per tempo forse sarebbe stato possibile trovare qualche sponsor. Una replica dello Sputnik venne messa in orbita dalla stazione spaziale MIR nel 1997.
Come rievocare lo stupore e l'entusiasmo dell'opinione pubblica mondiale per quell'evento? Lanciando una replica del satellite con la stessa orbita. Permetterebbe a molte persone in tutto il mondo di rivivere le stesse emozioni di allora vedendolo passare in cielo e ascoltandone il caratteristico "beep, beep, beep".
Ormai è tardi, ma dandosi da fare per tempo forse sarebbe stato possibile trovare qualche sponsor. Una replica dello Sputnik venne messa in orbita dalla stazione spaziale MIR nel 1997.
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venerdì 6 luglio 2007
I primi 100 post di Avventure Planetarie
Questo è il 100° post del blog. Puoi trovarli tutti nella sezione "Archivio blog" della colonna di destra, sotto la mia foto. Ho iniziato a scrivere Avventure Planetarie il 27 dicembre 2006, poco più di 6 mesi fa.
Se mi segui regolarmente, ti sarei grato se me lo facessi sapere scrivendo due righe all'indirizzo amoroso@mclink.it Non ho un'idea precisa di quanti lettori abbia il blog, ma probabilmente non sono molti più dei manzoniani 25.
Se mi segui regolarmente, ti sarei grato se me lo facessi sapere scrivendo due righe all'indirizzo amoroso@mclink.it Non ho un'idea precisa di quanti lettori abbia il blog, ma probabilmente non sono molti più dei manzoniani 25.
mercoledì 4 luglio 2007
I musei scientifici incoraggiano i nuovi ricercatori
Agli studenti che seguono le mie lezioni e visite guidate al Museo Astronomico di Brera chiedo spesso se pensano di intraprendere studi scientifici. In genere 1 su 10 risponde sì. Mi piace pensare di contribuire almeno in parte a suscitare o alimentare quell'interesse.
Non dimentichiamo che i musei e i luoghi scientifici, oltre che informare e intrattenere il pubblico, possono svolgere un ruolo importante nell'ispirare i futuri ricercatori.
L'amico e collega Mauro Arpino del Planetario di Milano mi ricorda l'efficace attività del Palais de la découverte di Parigi. Il 56% degli scienziati parigini di più di 30 anni, e il 41% di quelli di meno di 30, dichiarano che il Palais ha avuto un ruolo nella loro vocazione scientifica.
Non dimentichiamo che i musei e i luoghi scientifici, oltre che informare e intrattenere il pubblico, possono svolgere un ruolo importante nell'ispirare i futuri ricercatori.
L'amico e collega Mauro Arpino del Planetario di Milano mi ricorda l'efficace attività del Palais de la découverte di Parigi. Il 56% degli scienziati parigini di più di 30 anni, e il 41% di quelli di meno di 30, dichiarano che il Palais ha avuto un ruolo nella loro vocazione scientifica.
lunedì 2 luglio 2007
Intervista a Paolo Ulivi sull'editoria scientifica divulgativa
Paolo Ulivi, ingegnere aerospaziale, lavora per una società milanese di consulenza ingegneristica. È autore per Springer-Praxis dei libri di storia dell'astronautica Lunar Exploration e Robotic Exploration of the Solar System (3 volumi disponibili a partire dall'autunno 2007).
Paolo, che ringrazio per la disponibilità, ha accettato di rispondere via email ad alcune domande sulla sua esperienza di autore di libri di divulgazione scientifica e tecnologica ad alto livello. Ecco l'intervista.
Come giudichi lo stato di salute dell'editoria tecnico-scientifica divulgativa, in particolare in Italia?
Ulivi - Premetto che non "consumo" molta saggistica tecnico-scientifica in italiano, mi sembra però che il mercato offra per lo più opere di livello introduttivo, che si rivolgono a chi si accosta per la prima volta ad un determinato argomento piuttosto che che a chi cerca un approfondimento. Fanno eccezione le traduzioni delle opere divulgative straniere, nel qual caso si possono trovare anche ottimi saggi, spesso di lettura gradevolissima. Tanto per citarne qualcuno, Longitudine di Dava Sobel e Alla ricerca del libro perduto di Gingerich sull'opera di Copernico.
Perché hai scelto di pubblicare in lingua inglese?
Ulivi - La decisione iniziale è nata quando cercavo di piazzare Lunar Exploration. Ho provato anzitutto a proporlo ad alcune case editrici italiane, non ricevendo mai alcuna risposta. All'estero invece ho avuto una risposta immediata e sempre molto incoraggiante, anche se ho dovuto curarne personalmente la traduzione in inglese.
Da notare, tanto per fare un paragone, che la "mia" casa editrice pubblica l'indirizzo per le proposte editoriali sulla propria pagina web. Non so quante case editrici italiane facciano lo stesso!
A posteriori penso di poter giustificare il disinteresse delle case editrici italiane (ma non l'assenza di alcun riscontro!) in quanto il numero di copie vendute di un qualunque "bestseller" in campo astronautico ed in inglese, ammonta a circa 5000. Facendo le debite proporzioni, penso che un libro del genere avrebbe venduto a dir tanto 200 copie nel nostro paese, ovvero un volume di mercato in cui una casa editrice sana di mente non investirebbe mai.
Quali sono le principali differenze fra il panorama editoriale italiano ed estero nel tuo settore?
Ulivi - Nel mio settore, dopo il periodo d'oro degli anni 60 e 70 si pubblicano ormai per lo più opere "entry level", cioè per chi si interessa per la prima volta all'astronautica, che raramente hanno la profondità ed il rigore di analisi tipici invece di opere pubblicate all'estero. Inoltre ho notato in molti dei libri pubblicati negli ultimi anni in Italia una scarsa qualità della revisione, per cui i libri sono punteggiati da un gran numero di piccoli e grandi errori fattuali.
Per non parlare del settore delle riviste: esistono ottime riviste divulgative di astronautica in inglese, francese e tedesco, ma nessuna in italiano, mentre la migliore rivista di astronomia italiana è ormai una raccolta di traduzioni dell'americana Sky & Telescope.
Tornando ai libri, trovo invece molto interessante il recente proliferare di biografie e autobiografie di "space scientists" italiani (Paresce, Colombo, Broglio ecc.), anche se i risultati non sono sempre tutti della stessa qualità.
Hai qualche suggerimento per gli autori italiani di pubblicazioni scientifiche divulgative? E per gli editori?
Ulivi - Non penso di poter dare dei veri suggerimenti. Darò invece qualche mio "desiderata".
Mi piacerebbe che gli autori usassero un maggiore rigore, una maggiore attenzione ai fatti verificati o verificabili, e quindi anche alle proprie fonti, ed un maggiore spirito critico. Molti libri ed articoli di astronautica ed astronomia, per esempio, sembrano dei semplici rimaneggiamenti dei comunicati delle varie agenzie ed enti di ricerca, che non reggono certo il confronto con alcune delle migliori opere pubblicate all'estero. Citerò come esempio This New Ocean di William Burrows, una dettagliata storia dell'astronautica che demolisce molte delle leggende in materia.
Per quanto riguarda gli editori italiani, l'unico suggerimento che mi sento di dare sulla base della mia limitata esperienze è di dare una maggiore attenzione agli autori "di casa nostra". Sarebbe anche bello vederli osare di più, e pubblicare anche opere un po' diverse dal solito (si vedano anche le risposte alle precedenti domande per capire di cosa parlo).
Foto: Paolo Ulivi (pubblicata con il suo permesso).
N.B. Conosco personalmente Paolo Ulivi.
Paolo, che ringrazio per la disponibilità, ha accettato di rispondere via email ad alcune domande sulla sua esperienza di autore di libri di divulgazione scientifica e tecnologica ad alto livello. Ecco l'intervista.
Come giudichi lo stato di salute dell'editoria tecnico-scientifica divulgativa, in particolare in Italia?
Ulivi - Premetto che non "consumo" molta saggistica tecnico-scientifica in italiano, mi sembra però che il mercato offra per lo più opere di livello introduttivo, che si rivolgono a chi si accosta per la prima volta ad un determinato argomento piuttosto che che a chi cerca un approfondimento. Fanno eccezione le traduzioni delle opere divulgative straniere, nel qual caso si possono trovare anche ottimi saggi, spesso di lettura gradevolissima. Tanto per citarne qualcuno, Longitudine di Dava Sobel e Alla ricerca del libro perduto di Gingerich sull'opera di Copernico.
Perché hai scelto di pubblicare in lingua inglese?
Ulivi - La decisione iniziale è nata quando cercavo di piazzare Lunar Exploration. Ho provato anzitutto a proporlo ad alcune case editrici italiane, non ricevendo mai alcuna risposta. All'estero invece ho avuto una risposta immediata e sempre molto incoraggiante, anche se ho dovuto curarne personalmente la traduzione in inglese.
Da notare, tanto per fare un paragone, che la "mia" casa editrice pubblica l'indirizzo per le proposte editoriali sulla propria pagina web. Non so quante case editrici italiane facciano lo stesso!
A posteriori penso di poter giustificare il disinteresse delle case editrici italiane (ma non l'assenza di alcun riscontro!) in quanto il numero di copie vendute di un qualunque "bestseller" in campo astronautico ed in inglese, ammonta a circa 5000. Facendo le debite proporzioni, penso che un libro del genere avrebbe venduto a dir tanto 200 copie nel nostro paese, ovvero un volume di mercato in cui una casa editrice sana di mente non investirebbe mai.
Quali sono le principali differenze fra il panorama editoriale italiano ed estero nel tuo settore?
Ulivi - Nel mio settore, dopo il periodo d'oro degli anni 60 e 70 si pubblicano ormai per lo più opere "entry level", cioè per chi si interessa per la prima volta all'astronautica, che raramente hanno la profondità ed il rigore di analisi tipici invece di opere pubblicate all'estero. Inoltre ho notato in molti dei libri pubblicati negli ultimi anni in Italia una scarsa qualità della revisione, per cui i libri sono punteggiati da un gran numero di piccoli e grandi errori fattuali.
Per non parlare del settore delle riviste: esistono ottime riviste divulgative di astronautica in inglese, francese e tedesco, ma nessuna in italiano, mentre la migliore rivista di astronomia italiana è ormai una raccolta di traduzioni dell'americana Sky & Telescope.
Tornando ai libri, trovo invece molto interessante il recente proliferare di biografie e autobiografie di "space scientists" italiani (Paresce, Colombo, Broglio ecc.), anche se i risultati non sono sempre tutti della stessa qualità.
Hai qualche suggerimento per gli autori italiani di pubblicazioni scientifiche divulgative? E per gli editori?
Ulivi - Non penso di poter dare dei veri suggerimenti. Darò invece qualche mio "desiderata".
Mi piacerebbe che gli autori usassero un maggiore rigore, una maggiore attenzione ai fatti verificati o verificabili, e quindi anche alle proprie fonti, ed un maggiore spirito critico. Molti libri ed articoli di astronautica ed astronomia, per esempio, sembrano dei semplici rimaneggiamenti dei comunicati delle varie agenzie ed enti di ricerca, che non reggono certo il confronto con alcune delle migliori opere pubblicate all'estero. Citerò come esempio This New Ocean di William Burrows, una dettagliata storia dell'astronautica che demolisce molte delle leggende in materia.
Per quanto riguarda gli editori italiani, l'unico suggerimento che mi sento di dare sulla base della mia limitata esperienze è di dare una maggiore attenzione agli autori "di casa nostra". Sarebbe anche bello vederli osare di più, e pubblicare anche opere un po' diverse dal solito (si vedano anche le risposte alle precedenti domande per capire di cosa parlo).
Foto: Paolo Ulivi (pubblicata con il suo permesso).
N.B. Conosco personalmente Paolo Ulivi.
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