mercoledì 30 luglio 2008

Consiglio Wikipedia perché offre sintesi introduttive raccolte con un processo verificabile

Vuoi una panoramica su un argomento che non conosci o di cui sai poco. Puoi usare un computer collegato a Internet. Cosa fai? Probabilmente inizieresti da una ricerca con Google.

Individueresti i siti più promettenti. Studieresti alcune delle pagine trovate selezionando informazioni di base ed esposizioni introduttive. Consulteresti fonti non in rete come libri e riviste per un quadro più completo e un maggiore repertorio di opinioni. Prenderesti appunti per organizzare il materiale e ricordare i punti più importanti.

Una comunità internazionale di volontari svolge questa attività per moltissimi argomenti e raccoglie i risultati nella Wikipedia. La consiglio spesso per introduzioni divulgative a temi scientifici, e includo link a suoi articoli nel mio blog, perché riproduce il processo sistematico di ricerca di informazioni online.

In generale un articolo della Wikipedia è più utile di una semplice ricerca online perché:
  • il paragrafo introduttivo fornisce una panoramica sintetica, chiara e completa che si può leggere rapidamente
  • organizza le informazioni per facilitare la consultazione, spesso meglio dei siti web ufficiali citati nell'articolo
  • presenta il contesto e cenni storici
  • raccoglie in un'unica pagina notizie, foto e dati sparsi in molte fonti separate
  • cita fonti e riferimenti bibliografici
  • documenta il processo di raccolta delle informazioni, selezione delle fonti e revisione del testo

lunedì 28 luglio 2008

Ricerca e pubbliche relazioni per gli stagisti della missione NASA Phoenix

Nell'estate 2008 il team scientifico della missione NASA Phoenix su Marte ospita gruppi di stagisti da università americane. Gli studenti usano le immagini della sonda per descrivere la geologia del luogo di atterraggio, osservano fenomeni atmosferici, effettuano test di analisi del suolo e altre indagini.

La formazione che ricevono dagli scienziati non riguarda solo il lavoro di ricerca. Gli studenti svolgono anche attività di comunicazione al pubblico, per esempio dimostrazioni con il simulatore del braccio robotico di Pheonix per i visitatori del laboratorio.

Conosci enti di ricerca europei che affiancano attività di pubbliche relazioni alla formazione scientifica dei giovani ricercatori?

sabato 26 luglio 2008

Commissariamento ASI: un passo indietro per la comunicazione pubblica

Un paio di settimane fa, a metà luglio 2008, è stata commissariata l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). In poco più di un anno di incarico, il presidente uscente Giovanni Fabrizio Bignami aveva avviato un vasto piano di comunicazione pubblica.

La notizia del commissariamento è stata riferita da blog e forum online, ma non ce n'è ancora traccia sul sito dell'ASI. Un'agenzia che riceve ogni anno centinaia di milioni di Euro dei contribuenti non ha comunicazioni ufficiali su un atto così importante. Non è un buon segno per il futuro della comunicazione pubblica ASI.

giovedì 24 luglio 2008

Gli scienziati e il paradosso della sperimentazione

Gli scienziati sono innovatori. Realizzano esperimenti sempre più audaci basati su nuove macchine sempre più grandi, raffinate, complesse e costose.

Ma questa attenzione alle novità tecnologiche per la ricerca non sembra accompagnata da altrettanto interesse a sperimentare nuovi strumenti di comunicazione fra colleghi o con il pubblico, anche quando questi strumenti sono a portata di mano e non richiedono finanziamenti.

martedì 22 luglio 2008

Incuriosisce con un giallo il nuovo blog NASA sulla missione STS-125

Un giorno del 1984, quartier generale di un ente governativo americano. Due uomini si presentano nell'ufficio di una giovane e stupita funzionaria amministrativa. Mostrano i loro distintivi di agenti FBI e le chiedono di consultare i documenti finanziari di un importante progetto scientifico.

Non è l'esordio di un telefilm poliziesco o una puntata di X-files, ma la presentazione del nuovo blog NASA Last Mission to Hubble che parlerà di STS-125, l'ultima missione Shuttle di riparazione del telescopio spaziale Hubble prevista per la fine del 2008. La giovane impiegata presso il quartier generale NASA di Washington era Colleen Hartman, che ora cura il blog, e gli agenti federali volevano esaminare la documentazione su Hubble.

Inizia così il racconto di STS-125, intrecciato a quello di Hubble e avvincente come un giallo. L'autrice usa con disinvoltura lo strumento del blog perché insegna e scrive su temi spaziali. La sua esperienza gestionale e amministrativa aiuta a conoscere gli aspetti organizzativi e politici di un grande progetto spaziale e scientifico.

Il blog è un contributo originale perché presenta un punto di vista complementare a quello di scienziati e ingegneri. Una storia raccontata con franchezza e ironia prendendo spunto da un imbarazzante accertamento fiscale.

Perché gli agenti federali erano interessati a Hubble? Hartman non lo dice, ma invita a seguirla per scoprirlo. Da non perdere.

domenica 20 luglio 2008

La fantascienza scoraggia l'interesse per lo spazio?

Phil Plait del blog Bad Astronomy commenta le affermazioni dell'astronauta Buzz Aldrin sul ruolo della fantascienza nel condizionare l'interesse per lo spazio.

Aldrin sostiene che film e telefilm troppo fantasiosi allontanano i giovani dal fascino dell'esplorazione spaziale, illudendoli con promesse e aspettative non realistiche lontane dalle possibilità reali. Accenna indirettamente a Star Trek e il teletrasporto, a cui preferisce storie basate su imprese vere come il film Apollo 13.

Plait osserva invece che proprio storie di fantascienza come Star Trek hanno ispirato molti astronauti, ingegneri e scienziati di Apollo e altri ambiziosi progetti spaziali. I giovani continuano a seguire la fantascienza? Ha ancora un ruolo nel favorire l'interesse per lo spazio?

venerdì 18 luglio 2008

L'Agenzia Spaziale Europea inizia a usare Twitter

Il 20 giugno 2008 l'European Space Agency (ESA) ha attivato la presenza Twitter Planck dedicata alla missione omonima, un satellite scientifico per lo studio della radiazione cosmica di fondo che sarà lanciato nel 2009. È la prima volta che l'ESA inizia a usare questo strumento di microblogging, che la NASA impiega con successo da alcuni mesi per la comunicazione pubblica.

Attualmente Planck su Twitter è seguito da circa 170 utenti. Gli aggiornamenti, in prima persona come per MarsPhoenix, riguardano le fasi di test del satellite e informazioni sulla missione. Ma, curiosamente, Twitter sta diventando uno strumento di comunicazione anche fra tecnici e scienziati di ESA e NASA, che si scambiano domande e incoraggiamenti sulle rispettive missioni.

mercoledì 16 luglio 2008

NASA e social media: motivazioni, strategie e risorse

Nick Skytland del blog Open NASA parla dell'uso dei social media alla NASA. Riassume un dibattito informale fra le giovani generazioni di dipendenti dell'agenzia spaziale.

Prendendo spunto dal successo di MarsPhoenix, Skytland spiega cosa sono Twitter e i social media, perché sono importanti e come la NASA può usarli per la comunicazione interna e pubblica. Conclude elencando le presenze Twitter di missioni NASA e noti esperti spaziali, e suggerisce link per approfondimenti.

lunedì 14 luglio 2008

Paolo Amoroso su FriendFeed

Sono l'utente "amoroso" di FriendFeed, su cui mi sono registrato per fare esperimenti con strumenti di comunicazione online. Puoi seguirmi anche iscrivendoti al feed RSS (RSS fa risparmiare tempo).

FriendFeed è un aggregatore di flussi di attività generati da applicazioni Web 2.0 e social media: blog, social networking, social bookmarking, microblogging, condivisione di video e foto, e molte altre. Ha inoltre funzionalità di interazione sociale come liste di amici, commenti, gruppi di interesse, ecc.

Invece di seguire separatamente le attività di un utente su Twitter, blog, YouTube, Flickr e altri siti, FriendFeed le raccoglie in un unico spazio.

Nel mio spazio, che diventa un utile archivio, confluisce materiale sulla divulgazione e comunicazione scientifica dalle mie letture online. A volte ne parlo sul blog, oppure mi limito a segnalarlo perché non richiede un post o non ho commenti da fare. Ma riguarda anche altri miei interessi, soprattutto l'astronomia, l'esplorazione spaziale, le applicazioni web, il software e altro.

Cameron Neylon del blog Science in the Open parla di FriendFeed per gli scienziati. Spiega come funziona, come iniziare a usarlo e perché può essere utile per comunicare con i colleghi.

Usi FriendFeed? Anche per attività di divulgazione o comunicazione scientifica?

sabato 12 luglio 2008

Milano scoraggia il turismo estivo

Milano, una giornata estiva all'inizio del XXI secolo. Clima da riscaldamento globale. Negozi chiusi. Trasporti pubblici fortemente ridotti che obbligano a lunghe attese sotto il Sole. Cantieri stradali ovunque, interruzioni e deviazioni dei mezzi pubblici. Costo della vita e prezzi alle stelle.

Pochi musei aperti, ancora meno quelli scientifici. Tutti i luoghi astronomici della città rimangono chiusi. Pochi eventi culturali e occasioni di ritrovo.

Rimango sempre sorpreso vedendo turisti a Milano d'estate.

giovedì 10 luglio 2008

Pseudoscienze in TV: l'approccio giornalistico è adeguato?

In un post di Avventure Planetarie ho espresso perplessità sulla partecipazione del presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana a un programma TV sugli UFO. Il mio amico Andrea Bernagozzi ha scritto alcuni commenti al post e lo ringrazio per le interessanti riflessioni. Andrea è un divulgatore di grande esperienza e sta completando il Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste.

I suoi commenti sono lo spunto per spiegare perché penso che, in generale, la partecipazione di uno scienziato a un programma televisivo su temi pseudoscientifici sia una "trappola mediatica". Questi programmi sbilanciano il dibattito a favore di chi sostiene tesi pseudoscientifiche. Una prima ragione riguarda un'osservazione preliminare di Andrea:
il dubbio amletico «partecipare o non partecipare» quando si tratta di dibattiti pseudoscientifici è irrisolto.
Qualunque sia la decisione, lo scienziato fa una scelta perdente. Se partecipa rischia di prestarsi a strumentalizzazioni mediatiche per favorire gli ascolti. Se non partecipa appare come un esponente di una casta che non accetta il confronto su verità scomode. Chi sostiene le pseudoscienze, invece, ha solo da guadagnare e nulla da perdere.

Un'altra ragione riguarda l'approccio giornalistico, che Andrea riassume così:
Un meccanismo base del giornalismo vuole che per ogni argomento ci siano almeno DUE VOCI. Il confronto è necessario perché il buon giornalista non è un'opinion maker, ma è un informatore. Riporta notizie e fonti sulle quali spetta all'utente, lettore o telespettatore che sia, farsi la propria opinione.

In quest'ottica più i due commenti sono DIVERGENTI, meglio è perché si dà all'utente l'impressione di essere un giornalista neutrale e perciò affidabile. Inoltro se lo spettro di informazioni è ampio, allora l'utente si sente gratificato, perché può avvalersi della sua capacità di scegliere liberamente in prima persona.
Questo meccanismo è adeguato per confronti fra persone con opinioni divergenti che però condividono gli stessi metodi, regole e standard di qualità, per esempio gli scienziati. Non sono invece convinto che mantenga la neutralità quando gli interlocutori hanno metodi e regole radicalmente contrastanti, come nel caso dell'indagine scientifica e delle scienze da cargo cult.

Quando le voci vengono messe sullo stesso piano e si è tutti uguali sul ring mediatico, come fa notare Andrea, si sottrae al pubblico un elemento importante per formarsi un'opinione completa. Se i metodi di indagine e le regole degli interlocutori sono incompatibili non basta l'esposizione di fatti e testimonianze: il metodo è il messaggio.

Lo scienziato si trova dunque in posizione di ulteriore svantaggio. Non solo al pubblico mancano spesso le nozioni tecniche di base per comprendere la discussione, ma conosce ancora meno gli strumenti concettuali e lo spirito critico della scienza, trascurati dai media e dalla stessa divulgazione.

La terza ragione per cui penso che la partecipazione di scienziati a dibattiti su pseudoscienze sia controproducente riguarda lo stile e il sempre più forte orientamento commerciale del mezzo televisivo, che privilegia il sensazionalismo e non favorisce la neutralità.

Non ho la soluzione al dubbio se prendere parte o meno ai dibattiti TV sulle pseudoscienze, che rimane irrisolto. Ma ritengo insoddisfacente l'approccio giornalistico perché non adeguatamente equilibrato, nei fatti anche se non nelle intenzioni.

martedì 8 luglio 2008

Molti non sanno riconoscere i corpi celesti più luminosi

Una sera di maggio 2008 in una località del Galles. Un'auto della polizia interviene per la segnalazione di un oggetto brillante fermo sopra la casa di una persona, che ha chiesto l'intervento al numero d'emergenza. Un agente riferisce via radio alla centrale di avere identificato l'oggetto: "[...] it's the Moon, over" (segnalato da Astronomy Blog).

Un caso estremo, ma sono ancora molti quelli che non riconoscono i pianeti e altri corpi celesti luminosi. L'Anno Internazionale dell'Astronomia 2009 sarà un'occasione per fare conoscere direttamente al pubblico il cielo e i principali fenomeni astronomici. Uno dei maggiori obiettivi sarà mostrare il cielo al telescopio al maggior numero possibile di persone.

domenica 6 luglio 2008

Il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana ha partecipato a un programma TV sugli UFO

Il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) Giovanni Fabrizio Bignami è stato ospite della puntata del 2 luglio 2008 del programma TV Top Secret di Rete 4, condotto da Claudio Brachino, dedicata agli UFO. Non l'ho vista, ma gli amici di Forumastronautico.it riferiscono che un altro ospite, l'ufologo Roberto Pinotti, ha parlato di manufatti alieni applicati a cavie umane e dell'avvistamento UFO del profeta Ezechiele (sic).

Una riproposizione della solita spazzatura mediatica estiva sugli UFO. Non mi sorprende, ma mi consola sapere che non è stato sprecato denaro pubblico.

Mi sorprende, invece, la presenza di Bignami, una caduta di stile. Con il suo ruolo istituzionale ha assecondato una discussione pseudoscientifica. Non credo che il suo omologo americano, l'amministratore della NASA, faccia simili apparizioni televisive.

Apprezzo la disponibilità di Bignami a comunicare con il pubblico e il desiderio di rivolgersi a spettatori più ragionevoli. Ma la partecipazione di scienziati a dibattiti TV sulle pseudoscienze è una trappola mediatica. La linea editoriale di un programma come Top Secret, che si occupa di angeli e demoni (l'insondabile, secondo il sito ufficiale), non offre garanzie di rigore e imparzialità.

Preferirei che Bignami fosse più selettivo nella scelta delle sue apparizioni pubbliche, e dedicasse il suo tempo limitato a eventi di qualità che non diluiscano i valori scientifici e professionali che il suo ruolo istituzionale rappresenta.

venerdì 4 luglio 2008

Torino, una sede appropriata per il primo museo italiano dello spazio

L'1 luglio 2008 è stato firmato un accordo fra la Regione Piemonte e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che prevede anche la realizzazione a Torino del Museo Nazionale dello Spazio. In Italia non esiste un museo astronautico e il nuovo istituto, il primo nel nostro paese, colmerà questa lacuna. Faccio i migliori auguri al museo, che visiterò con grande piacere.

Torino è una scelta appropriata per la presenza di importanti aziende aerospaziali e la tradizione industriale. Ma ci sono altre ragioni, fra cui la crescente attenzione del Piemonte per la scienza, la tecnologia e l'innovazione.

Un'attenzione che manca in altre grandi città italiane, soprattutto Milano. Seguo da vicino la divulgazione dell'astronomia e dello spazio in questa città, dove la cultura scientifica non ha più vitalità.

Gli istituti di divulgazione scientifica della città non solo non hanno i mezzi per realizzare nuove iniziative, ma affrontano con difficoltà anche la gestione ordinaria. Il mecenatismo culturale e lo spirito di iniziativa milanese sono ormai ricordi del passato. E la scienza non è considerata un interlocutore nel dibattito culturale milanese.

mercoledì 2 luglio 2008

Una conferenza scientifica per una serata di divertimento

È stato ristrutturato il Faraday Lecture Theater della Royal Institution di Londra, presso cui il fisico Michael Faraday tenne le sue celebri conferenze di scienza popolare. Erano eventi di grande successo in cui il numeroso pubblico, in abito da sera, assisteva con entusiasmo e stupore a esperimenti e dimostrazioni.

Nel discorso di inaugurazione della sala dopo i lavori, la direttrice Susan Greenfield si è augurata che una conferenza scientifica torni a essere una possibile alternativa a uno spettacolo teatrale o una cena per una serata di divertimento, come ai tempi di Faraday.